Da qualche anno a questa parte è scoppiata la “moda” dei master privati per diventare Europrogettisti. Ma, chi è l’europrogettista?
Non si discute molto su questa professione, nonostante, pian piano, stia iniziando a prendere piede nelle settore pubblico e nelle aziende private. Esiste ancora molta disinformazione a tal proposito, ma cercheremo di risolvere i vostri dubbi.
Partiamo allora, dalla definizione di questa nuova figura.
Fondamentalmente l’europrogettista viene definito come quella figura professionale (in ascesa negli ultimi tempi), che si occupa di muoversi, grazie alle sue qualità organizzative ed appunto progettuali, per captare i fondi europei ed indirizzarli nei modi più svariati con l’obiettivo di far crescere aziende e pubbliche amministrazioni.
A quanto pare ci sono pareri molto contrastanti su questi master e soprattutto sulla professione stessa.
Io in primis ho partecipato ad un master privato di questo tipo, ed ho, sinceramente, ancora grossi dubbi, sia riguardo la reale spendibilità del titolo, sia, soprattutto riguardo alla preparazione e formazione ricevuta.
Attualmente non esiste ancora un master promosso dalle università, quindi si concentra più che altro in corsi molto brevi (solitamente della durata di 5-10 giorni al massimo), organizzati da agenzie di formazione professionale. A
mio parere un tempo molto breve per poter apprendere e recepire tutti gli strumenti utili a portare avanti una professione così variegata. Infatti le lezioni si basano principalmente sulla conoscenza del circuito del project management, della conoscenza dei diversi fondi comunitari, di quelli sfruttabili dall’ europrogettista “privato” e quelli che invece possono richiedere unicamente le amministrazioni pubbliche.
Lo studio è basato anche sullo studio della finanza, del giusto investimento e della gestione e creazione di un project work di successo. Quindi un vero e proprio professionista a 360 gradi, capace di sopperire al meglio ai problemi di una azienda, trovando soluzioni innovative e dall’alto rendimento.
Non esiste un corso di laurea ad hoc per poter diventare un europrogettista.
Infatti è richiesto almeno il possesso di diploma e la conoscenza di una (o meglio due) lingue della Comunità Europea, dal momento che i bandi vengono poi compilati solitamente o in inglese o in Francese.
Il dubbio più grosso è dovuto alla domanda che mi pongo da quando ho iniziato con questo master mesi fa: dove indirizzarmi una volta conseguito il titolo? Dove presentare il mio curriculum arricchito da questa iscrizione all’albo degli Europrogettisti?
A quanto pare è molto raro trovare una azienda che richieda una figura stabile che si occupi della gestione dei progetti europei, ma si diventa più che altro dei liberi professionisti, quindi delle figure che si muovono autonomamente e che “sfarfallano” nelle varie aziende in cui possa essere necessario in quel momento un aiuto per la progettazione e creazione di una idea brillante che possa permettere all’azienda di vincere il finanziamento.
Quante persone, ora come ora, conoscono davvero chi sia un europrogettista? Molti bistrattano questa professione ed, altri ancora, non conoscono assolutamente l’esistenza di questa figura professionale. Nonostante il mondo sia ormai invaso dal web e dall’utilizzo di tecnologie informatiche, persiste ancora una sorta di disinteresse verso alcune professioni considerate non “canoniche”.
Perchè, allora, non provare a seguire un corso che possa permettere ad altre figure di formarsi e di imparare a gestire progettualità così importanti come quelle portate avanti da un europrogettista?
Quindi ora mi chiedo, è davvero questa la professione del futuro? Una professione che ancora non possiede una sede stabile, che non possiede un ruolo stabile, e che, soprattutto, non è ancora realmente considerata una figura professionale in molti ambiti lavorativi.
Vi informerò sugli sviluppi della questione “europrogettazione” in attesa di conoscere le nuove normative e i nuovi progetti che si svilupperanno per il prossimo periodo.