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Allergia ai pollini: il lato oscuro della primavera è intorno a noi

“Lo senti, il profumo della primavera?”
“No…etciù, etciù, etciù. La primavera mi provoca allergia”

Primavera: tempo di primi caldi, prime scampagnate all’aria aperta, fioriture, e anche allergia  soprattutto l’allergia ai pollini: una condizione molto diffusa nella popolazione, la cui prevalenza, secondo i dati dell’Oms, si attesta tra il 10 e il 40% della popolazione, a seconda delle regioni e dei periodi dell’anno.

Da cosa è causata l’allergia ai pollini?

La rinite allergica è dovuta alla produzione e al ciclo di emissione in ambiente dei pollini delle piante, che vengono trasportati principalmente alle correnti d’aria e al vento.

Tra le allergie ai pollini, le più diffuse sono quelle alle graminacee, all’ambrosia, alla parietaria e alle betullacee.

I sintomi tipici includono:

  1. naso che cola e congestione nasale,
  2. prurito agli occhi e/o occhi che lacrimano,
  3. starnuti,
  4. tosse,
  5. prurito al naso, sul palato o in gola.

Vi sono individui allergici anche ad altre specie di granuli pollinici, ad esempio Cipresso e Olivo. Il punto chiave è il periodo di fioritura. La stagione delle allergie va da marzo a settembre, con punte in aprile e maggio. La fioritura non è uguale per tutte le specie botaniche, per questo ci viene in aiuto il calendario delle fioriture.

I calendari ci permettono di avere un’idea sulla concentrazione di determinati pollini in un preciso periodo dell’anno e nelle diverse regioni italiane. La rilevazione della concentrazione pollinica è eseguita mediante dei campionatori volumetrici per la cattura dei pollini; ciò consente la quantificazione per metro cubo d’aria.

Per identificare la tipologia dell’allergia ai pollini è possibile effettuare diversi tipi di test.

I test cutanei, ad esempio, consentono la verifica visiva della risposta. Una ricerca più accurata può essere eseguita individuando le IgE nel sangue.

La presenza nell’aria, in termini di qualità e quantità delle varie tipologie di polline, dipende da alcuni fattori:

  1. la presenza e la diffusione di una data specie in un determinato territorio
  2. forma e dimensione, in quanto sono fattori in grado di influenzare la capacità di essere diffuso.
  3. condizioni climatiche e meteorologiche del territorio. Ad esempio, un tempo ventoso agevola la dispersione dei pollini.

È possibile che sentiate dire che se da  bambino non hai manifestato alcuna allergia ai pollini, non sei un soggetto allergico. Beh, mi dispiace deludervi ma non è così. Io, ad esempio, ho sviluppato l’allergia alla parietaria che già ero ventenne. Sebbene la risposta ad un allergene sia, fondamentalmente, soggettiva, l’ambiente in cui viviamo ha una sua rilevanza.

La maggior parte dei soggetti allergici, ad esempio, la si riscontra nelle grandi città, dove vi è un alto tasso di inquinamento.

Vivere in ambienti troppo puliti, tipo le nostre case, non sempre è la cosa migliore. Anzi, spesso ci rende inclini allo sviluppo delle allergie.

Altro esempio: fino ai 18 anni avete vissuto in Sardegna, senza avere alcuna manifestazione di allergia. Vi spostate a vivere in Emilia Romagna e iniziate a presentare tutti i segni tipici dell’allergia. Perché? Semplice, nel nuovo ambiente in cui vivete è presente un allergene che non avete mai incontrato, perché non presente nel luogo da cui provenite.

Allergia ai pollini: consigli per contrastarla

Le allergie ai pollini, soprattutto quando non si manifestano in modo lieve, sono davvero una tortura. Fortunatamente esistono gli antistaminici a venire in nostro soccorso.  Attenzione però, ricordate che sono farmaci e, come tali, hanno anche i loro effetti collaterali. Quello più comune è la sonnolenza. Non fate quindi di testa vostra, ma consultate sempre il medico per trovare l’antistaminico che più vi si adatta.

Un’altra cosa a cui bisogna fare attenzione è l’alimentazione. Si, perchè alcuni alimenti danno luogo al fenomeno della cross-reattività. Esso insorge quando le IgE, originariamente dirette verso un allergene, ne riconoscono un altro di struttura simile inducono la risposta immunitaria.

Fonte: Simona Spada

 

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