Il caso di Santiago de Compostela
Il caso emblematico del “Camino de Santiago”, rappresenta forse l’unico esempio in cui il turismo religioso e il fenomeno del pellegrinaggio convivono a stretto contatto fra di loro. Infatti, nel momento in cui si sta per percorrere il cosiddetto cammino, si porge all’utente un questionario in cui si cerca di comprendere le motivazioni relative al viaggio che si è intrapreso. La scelta è condizionata da tre alternative, o la motivazione religiosa, o quella spirituale, o culturale. La motivazione turistica non è citata, ma fondamentalmente potrebbe inserirsi in quella culturale, infatti, nonostante non se ne parli esplicitamente, è il turista “che fa il turista”, ad aver soppiantato la pratica del pellegrinaggio. Questo ha reso il percorso del pellegrino, un qualcosa di limitato, anche se ancora forte, nel contesto cattolico.
Il pellegrinaggio è da sempre inteso come il percorso di sacrificio e di fede, compiuto dal credente in una determinata confessione, secondo gli adempimenti prescritti dal suo credo religioso.
Attualmente questa pratica ha perso il senso per il quale è nata, ed è divenuta semplicisticamente il periodo di tempo in cui l’uomo moderno ha necessità di ricaricarsi di energia, staccandosi dalla propria routine e vivendo una esperienza innovativa e fuori dall’ordinario. Quindi il turismo viene inteso come attività di purificazione dalla quotidianità, pur offrendo comunque una esperienza del tutto nuova, e di rottura con la vita di ogni giorno, entrando in contatto con una realtà oltre che nuova, rinnovatrice.
Questa riflessione porta subito alla luce la questione della legittimazione del turismo verso mete di culto o comunque spiriturali, il quale è avvenuta nel 1987, quando il consiglio d’europa ha riconosciuto l’importanza dei percorsi religiosi quali veicoli culturali e spirituali di primaria impotranza. Il turismo religioso, secondo i dati forniti dalla WTO, ha acquisito un forte peso nell’economia mondiale. Secondo i dati, infatti, il turismo religioso, è riuscito a coprire negli ultimi anni più di 300 milioni di persone l’anno, con un giro d’affari che si avvicina ai 18 miliardi di dollari.