Uno sguardo (in)esperto sul red carpet italiano del momento.
Polo blu scuro con il colletto rigorosamente abbassato, pantalone di jeans corto sin sotto il ginocchio e scarpe da ginnastica. La nuova moda dell’estate 2018? No, è semplicemente l’abbigliamento con cui mi presenterei al red carpet della mostra del cinema di Venezia, edizione 2017.
Nel tempio della cultura cinematografica italiana la mia presenza risulterebbe inosservata quanto un orso bruno in piena Trafalgar Square, e con gli stessi occhi con cui il nobile animale cercherebbe di approcciarsi al mondo umano, io proverò ad interpretare gli usi e i costumi di coloro che passeggeranno sul tappeto rosso più famoso e fashion (si scrive così?!) del Bel Paese.
Sicuramente, la prima elegante figura ad attirare la mia attenzione sarebbe Luciana Barroso: dal divano di casa mia, vedendo le foto pubblicate, posso solo immaginare quale colpo al cuore sia preso a coloro che hanno potuto ammirarla dal vivo. L’abito borgogna che richiama nella forma e nelle pieghe la carta crespa con cui all’asilo avrei creato le rose da regalare alla bella argentina.
Assieme a lei, l’altra ad aver attirato la mia attenzione è stata il sotto segretario di Stato Maria Elena Boschi: il lungo monospalla nero non valorizza in alcun modo la silouette dell’ex ministro, la quale risulta più credibile come abito appeso piuttosto che come ospite della chermesse.
Nel corso della prima serata, la mia attenzione viene catturata dalla prorromente presenza di due ragazze che paiono pronte a coricarsi sotto le coperte: per Bianca Balti, in un elegante vestaglia bianca firmata OVS e Eleonora Carisi, che, a giudicare dal body mascherato da vestito da lei indossato, ha in programma una notte di fuoco con il proprio compagno.
Mi avvio infine, sconsolato e solo, verso la sala cinematografica, nella speranza di potermi godere un ottimo film d’autore, ma la bellissima modella Renata Kuerten, ingaggiata come mascotte per l’occasione, mi fa già intuire quale sarà la pellicola in programma: Il Corvo con Brandon Lee.