ATYPICAL: “E’ il primo abbraccio spontaneo che mi dai”
Atypical è una nuova serie tv targata Netflix. In sole otto puntate si racconta la quotidianità della famiglia Gardner: padre, madre e due figli: Casey e Sam, il vero protagonista, che è affetto da autismo.
Questa “diversità”, sebbene in fondo “siamo tutti un po’ strani”, viene sviscerata tra comicità e dramma, proprio con l’intenzione di non creare una serie che affronti un argomento così delicato in maniera sbagliata. Attraverso i piccoli problemi che un autistico può trovarsi davanti, impariamo a conoscere meglio come può essere il mondo di queste persone. E’ un po’ un racconto di formazione, dove il protagonista cresce.
Inizialmente egli ha un assoluto bisogno di comprendere le emozioni altrui. Una delle tipicità dell’autismo infatti è proprio la mancanza di empatia, la capacità di sentire quello che gli altri provano, ma anche di capire appieno i propri sentimenti. Sam si ritrova in situazioni dove gli è difficile destreggiarsi con gli altri ma si parla però proprio di racconto di formazione, poiché alla fine, a modo suo, riesce a farlo.
SE NON AVETE VISTO LA SERIE, NON PROSEGUITE NELLA LETTURA onde evitare spoiler, O FORSE FATELO: non siete un po’ curiosi ? Niente spade, niente draghi, o qualche omicidio da risolvere. Semplicemente spaccati di vita raccontati da un’angolazione differente dai soliti clichè.
Atypical: “La gente pensa che le persone autistiche non provino empatia, ma questo non è vero. A volte non capisco se qualcuno è arrabbiato, ma una volta che lo so io provo molta empatia.”
Diventa evidente come sia diverso il modo di percepire il mondo. Se per “i neurotipici” è quasi intrinseco ed involontario essere empatici, per gli autistici diventa difficile.
Per fare quindi un’ esperienza emotiva e sentirsi accanto all’altro, questi ultimi devono prima comprendere razionalmente cosa voglia significare, cosa che può avvenire soprattutto se si sperimenta in prima persona. Infatti nell’ultimo episodio, Sam sa di aver ferito Paige solo dopo che Julia l’ha fatto con lui. “Ho fatto sentire Paige nello stesso modo in cui Julia ha fatt sentire me… quindi molto male”.
Scientificamente parlando…
un ruolo importante nell’empatia è svolto dai neuroni a specchio. Questi si attivano quando osserviamo un’ azione o la compiamo, permettendoci di intuire le intenzioni dell’altro. I soggetti autistici però, come è stato dimostrato dal neurologo Vilayanur S. Ramachandran, hanno una disfunzione che non attiva i neuroni a specchio. Ecco quindi che vediamo Sam lasciare la sua fidanzata davanti a tutta la famiglia poiché non ha la capacità di capire che quella può non essere la situazione adatta.
Atypical: “Anche in quel paesaggio inesorabilmente freddo, si può trovare del calore nascosto.”
Allo stesso tempo, il ragazzo mostra di essere cresciuto quando ammette la sua incapacità di comprendere l’amore, ma di capirne il dolore che può derivare dalla fine di una relazione. Si ritrova quindi a percorrere una strada un po’ diversa per esprimersi. Questo aspetto è dimostrato soprattutto dal suo frequente parlare dell’Antartide e dei pinguini. I soggetti autistici spesso si focalizzano su un solo argomento, amano parlare a lungo di una questione, si informano su tutto quello che circonda quel particolare che suscita il loro interesse.
Lo vediamo in Sam nel suo spiegare la vita facendo paragoni con la vita animale e in particolare quella dei pinguini. Per lui è anche un modo per calmarsi quando gli eventi diventano troppo stressanti, una soluzione per ritornare ad un equilibrio emozionale. Se si dovesse fare una lista di pro e contro su Atypical, proprio come fa Sam nel prendere le decisioni, sicuramente tra i pro c’è la possibilità di aprire questa finestra sull’autismo. Entrare nella routine della famiglia Gardner e commuoversi quando si arriva a quella scena finale. Sam abbraccia suo padre che dichiara commosso e sorpreso: “E’ il primo abbraccio spontaneo che mi dai”.