Un grande gap nella solidarietà
Parliamo di SMS solidali.
L’Italia e gli italiani si sa sono riconosciuti e rinomati nel mondo per tanti aspetti: il cibo, l’arte, e il grande cuore che il popolo italiano dimostra in diverse occasioni.
Soprattutto disastrose, come terremoti, allagamenti o qualsivoglia calamità naturale capace di devastare case, distruggere intere vite, materialmente o moralmente.
O anche su tematiche sensibili, come la ricerca per studiare e si spera un giorno curare malattie gravi, alle quali spesso il mondo non dà sufficiente importanza.
Ed ecco che “la macchina della solidarietà” scatta immediatamente, anche attraverso la tecnologia con i cosiddetti “SMS solidali”.
La maggior parte di noi va in buona fede, ma a volte ci siamo posti l’interrogativo su dove vanno a finire effettivamente questi soldi? Davvero vanno alle iniziative nobili per cui sono destinati?
La cronaca recente sembra aver ingigantito questo dubbio.
Tutti ancora abbiamo ancora vivo il ricordo di quel 24 agosto 2016, quando un devastante terremoto colpì diversi paesi compresi tra Lazio, Umbria ed Abruzzo.
I più devastati furono Accumoli ed Amatrice, dove il 90% degli edifici venne completamente distrutto.
E’ passato poco più di un anno e un mese da quella tragedia, in seguito alla quale,come era stato per l’Abruzzo nel 2009 e l’Emilia Romagna nel 2012, la macchina della solidarietà si era messa subito in moto.
Decisa quanto prima a ridare la speranza di un nuovo a migliaia di persone che in un attimo avevano perso tutto.
Il 24 settembre 2017 le parole del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, rimbombano come un fulmine a ciel sereno:
“I fondi per la ricostruzione? Sono arrivati i soldi della solidarietà degli italiani, ma la gestione degli sms solidali è stata scandalosa. Ad Amatrice e Accumoli non è arrivato niente”
Ma allora dove sono andati a finire questi soldi?
(cerchiamo di capire di più nella pagina seguente)