NEL 2018 AVREMO DUE NUOVA REGIONI “A STATUTO SPECIALE”?
In questi giorni è sulla bocca di quasi tutta Europa il referendum per l’autonomia ed indipendenza della Catalogna dal resto dalla Spagna.
Ma molti non sanno che a breve un referendum simile si terrà anche in Italia: quello della Lombardia e del Veneto.
Cosa ci dobbiamo aspettare? Una nuova regione a statuto speciale?
Cerchiamo di saperne di più.
Attualmente in Italia sono 5 le regioni denominate “a statuto speciale” : Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige/Südtirol.
(in realtà essa è costituita dalle province autonome di Trento e Bolzano, ai sensi dell’art. 116 della Costituzione)
Tale autonomia venne concessa negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, fatta eccezione per le due isole (Sicilia e Sardegna), che divennero autonome nel 1944.
Nel 1945 fu la volta della Valle d’Aosta e l’anno successivo, l’Accordo De Gasperi-Gruber, delle province di Trento e Bolzano.
Le autonomie speciali così concesse furono coperte dall’art. 116 della nuova Costituzione italiana, entrata in vigore il 1º gennaio 1948.
L’ultima regione differenziata ad essere costituita fu il Friuli Venezia Giulia, la determinazione dei cui confini fu resa delicata dalla loro rilevante importanza geopolitica nell’ambito della Guerra fredda, in quanto, fino alla rottura di Tito con l’Unione Sovietica, vi correva la divisione tra il blocco occidentale e quello socialista. Lo statuto della regione Friuli Venezia Giulia fu approvato con l. cost. n. 1, 31 gennaio 1963.
Nel corso degli anni gli statuti sono stati integrati e modificati con leggi costituzionali.
(la richiesta delle regioni…nella pagina seguente)
LA LOMBARDIA E IL VENETO RICHIAMANO AUTONOMIA
La costituzione parla chiaro ed ammette la possibilità per le regioni di avere questo livello di libertà amministrativa.
Articolo 116 comma III della Carta Costituzionale ” Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell’articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all’organizzazione della giustizia di pace, n) e s), possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei princìpi di cui all’articolo 119.
La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata.”
In particolare, Lombardia e Veneto vorrebbero maggiore autonomia in ambito economico incentivando in questo modo le industrie in esse situate.
Ma il loro non è il primo caso in Italia di regioni che richiedono maggior autonomia economica.
Quest’estate il governo si è scatenato davanti al Referendum per dividere Emilia e Romagna, su proposta della Lega Nord, definita poi irresponsabile dallo stesso
Bonaccini, governatore regionale.
Volete voi che la Regione Lombardia (Veneto), in considerazione della sua specialità, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e con riferimento a ogni materia legislativa per cui tale procedimento sia ammesso in base all’articolo richiamato?”
Questa è la domanda che il 22 ottobre sarà rivolta ai lombardi e ai veneti per un futuro non solo della loro regione ma dell’intera Italia.
Quale sarà la risposta?
Ci sarà una,anzi due nuove regioni “a statuto speciale”?
SITOGRAFIA/ APPROFONDIMENTI:
https://www.gqitalia.it/news/2017/09/20/referendum-autonomia-lombardia-e-veneto-cosa-e-e-cosa-cambia/
http://www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/HP/istituzione/referendum-autonomia
Articolo di Federico Rosselli e Martina Lumetti