L’urlo di “Allah è grande” riecheggia nella stazione
Marsiglia, 1 ottobre 2017.
Un urlo, “Allah Akbar” (Allah è grande), un’aggressione: basta questo a far piombare la città e la Francia intera, di nuovo, nel terrore degli attentati.
Come nel 2015 con Charlie Hebdo, 13 novembre a Parigi con Bataclan, Stad de France e Saint Denis, solo per citare quelli più sanguinari ed efferati.
Questa volta è il bersaglio è la stazione Saint Charles di Marsiglia, una delle stazioni ferroviarie più grandi d’Europa.
I FATTI
Stazione Saint Charles di Marsiglia, ore 13:45.
Un uomo trentenne di origini magrebine uccide due giovani a coltellate, invocando Allah, come sentiamo spesso pronunciare dagli jhadisti. Poco dopo si reca verso la piazza centrale della stazione, dove viene prontamente bloccato ed ucciso dalle pattuglie francesi.
Prima che riuscisse a compiere il suo obiettivo: una strage di innocenti in un luogo altamente frequentato.
“Quell’uomo non era passato inosservato”
Infatti alcuni testimoni hanno raccontato di aver visto quell’uomo su un treno e di aver avuto il sospetto che sotto la giacca potesse nascondere qualcosa.
E quel qualcosa era un coltello da macellaio, usato per stroncare senza pietà la vita di due giovani donne, “ree” solo di essere sulla sua strada al momento sbagliato.
Un paio d’ore dopo, la Rivendicazione da parte dello Stato Islamico
L'ASSASSINO
Il presunto terrorista non era un volto nuovo alla polizia francese; infatti, Ahmed Hanachi, 30enne magrebino, era noto in Francia per aver commesso, con diverse identità, numerosi piccoli reati.
Solo qualche giorno prima, il 29 settembre, era stato fermato per furto, ma immediatamente rilasciato in quanto privo di permesso di soggiorno. Inoltre aveva dichiarato di essere tossicodipendente, divorziato e senza dimora. Su queste ultime dichiarazioni gli agenti hanno voluto vederci chiaro e sono emersi dettagli utili.
Infatti, Ahmed avrebbe vissuto una vita normale fino a pochi mesi fa. Una lunga permanenza ad Aprilia, dove è rimasto fino a pochi anni fa, sposato con una donna italiana.
E proprio dal comune di 74 mila abitanti in provincia di Latina, che ospita circa quattrocento cittadini tunisini, sarebbero “passati” alcuni dei terroristi responsabili delle sanguinose stragi terroristiche degli ultimi tempi.
In cima Anis Amri, l’artefice dell’inferno di Berlino, dove dodici persone hanno perso la vita sotto le ruote dell’autocarro che Amri aveva rubato prima di scagliarlo sulla folla.
E proprio questo suo legame con l’Italia e su queste comunità che si stanno concentrando i Ros, per capire se il processo di radicalizzazione di questo ragazzo apparentemente ” “all’occidentale”, con berretto da baseball sugli occhi ebarba incolta ma tagliata, sia avvenuto interamente in Francia,dove si è successivamente trasferito, oppure ha avuto inizio nel nostro paese.
Entrando magari in contatto con le frange maggiormente radicalizzate della comunità religiosa del paese dell’Agro Pontino.
SITOGRAFIA:
http://formiche.net/2017/10/03/marsiglia-agro-pontino/