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Terra in pericolo: i rischi più gravi che corre il nostro pianeta

E se un giorno davvero la Terra sparisse?

Terra: un’esplosione l’ha generata insieme ad altri pianeti.

Ed un’esplosione e non solo potrebbero metterlo in serio pericolo.

Noi di THE WEB COFFEE, siamo andati ad indagare su alcuni dei rischi più gravi che corre la Terra.

Non si vuole essere allarmistici, ma semplicemente sensibilizzare e pensare al pianeta in cui viviamo.

Un pianeta che ci ospita, e che proprio per questo andrebbe rispettato, stando attenti ai “segnali” che lui ci fornisce nel corso del tempo.

Negli ultimi mesi il nostro pianeta ha svelato il suo lato più debole.

Una siccità improvvisa e devastante in molte regioni d’ Italia, uragani in serie che flagellano gli Stati Uniti, terremoti in Messico, uomini assetati di potenza che testano armi potenti per fare capire chi comanda.

E il nostro pianeta sta a guardare, reagendo piano piano, ma inesorabilmente…

Cosa dobbiamo aspettarci in un futuro? 

Terremoti, faglie e placche: la Terra lentamente si muove e  si sgretola sotto i nostri piedi

Tutti abbiamo ancora in mente le immagini shockanti provenienti dal Messico il 19 settembre scorso, quando un devastante terremoto di magnitudo 7.1 lo colpì provocando centinaia di vittime. O quelle del 2016, quando l’Italia centrale venne seriamente danneggiata e alcuni paesi, quali Amatrice ed Accumoli, andarono completamente distrutti.

Ma i terremoti non sono eventi occasionali, ma “quotidiani”.

Ogni giorno, ogni ora, ogni secondo si generano terremoti: alcuni quasi impercettibili,altri più intensi e talvolta devastanti, come i due casi citati sopra.

Questo è dovuto ad un continuo movimento delle cosiddette faglie sotterranee. Ma cosa sono queste faglie?

Il nostro pianeta, in particolare la sua parte più esterna (la crosta) è costituita da una serie di placche (le principali sono illustrate nella figura qui sopra) sono continuamente in movimento e in attrito; talvolta quest’ultimo può generare fratture della crosta stessa: le faglie,appunto.

Tali fratture si possono generare in diversi modi , e l’energia che deriva da esse provoca le onde sismiche, le quali si propagano a partire dal punto di frattura (ipocentro) trasversalmente e longitudinalmente, e generano altre onde, superficiali.

Non tutte le zone del nostro pianeta hanno lo stesso tasso di rischio sismico.

Generalmente, le zone a più alto rischio sismico sono quelle che si trovano in quella zona di contatto che unisce due placche,che sono in perenne movimento.

E l’Italia e il Messico si trovano, rispettivamente, nei punti di contatto tra le placche africana ed euroasiatica e tra le placche di Cocos e sudamericana.

Tuttavia, non sempre è la sola Terra e i suoi movimenti a causare: talvolta vi sono terremoti causati da alcuni comportamenti umani; tra questi l’ iniezione di acque reflue nei pozzi di scarico, o come sta accadendo in questi giorni, l’esplosione di bombe atomiche sotterranee. 

(nella pagina seguente..guerra (al) nucleare)

GUERRA (AL) NUCLEARE

Da una forma d’energia primaria, intesa come presente in natura e non deriva dalla trasformazione di un’altra forma di energia, l’energia nucleare, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale fino ad arrivare alle terribili sfide dei giorni nostri tra Trump Kim Jong-un, è divenuta sempre più primaria, intesa come necessaria, indispensabile per dimostrare la propria potenza e forza a livello politico- militare.

Ma facciamo un attimo un passo indietro, all’origine.

Come detto sopra, l’energia nucleare viene prodotta in natura, a seguito a trasformazioni nei nuclei atomici, dette “reazioni nucleari”. Esse sono:

  1. fissione nucleare: i nuclei di atomi pesanti si rompono diminuendo la propria massa.
  2. fusione nucleare: i nuclei di atomi pesanti si uniscono aumentando la propria massa.
  3. decadimento : i nuclei di atomi instabili, tramite processi di emissione/cattura di particelle subatomiche (radioattività), tendono a raggiungere uno stato di maggior equilibrio in conseguenza della diminuzione della massa totale del sistema

Proprio su quest’ultima reazione nucleare furono condotti i primi studi a partire dalla fine del XIX secolo,quando lo scienziato Albert Einstein intuì la possibilità di ricavare energia dal nucleo dell’atomo.

Questo aprì la strada alla cosiddetta fisica nucleare , grazie ai progressi della quale tale forma d’energia cominciò ad essere sfruttata per uso militare (esempi più tristemente noti sono le bombe atomiche che il 6 e 9 agosto 1945 gli Stati Uniti lanciarono sulle città di Hiroshima e Nagasaki (la cui realizzazione si sfruttò la reazione di fissione nucleare).

Fortunatamente l’energia nucleare col tempo venne sfruttata anche per altri scopi diversi da quello militare e bellico. Alcuni esempi:

Cernobyl e Fukushima: quando l’energia nucleare diventa pericolo

Una centrale nucleare brucia uranio e produce energia elettrica, ma, a differenza di una normale centrale termoelettrica che brucia carbone, petrolio o gas, non sfrutta reazioni chimiche, bensì reazioni di fissione nucleare, circa un milione di volte più energetiche a parità di massa di combustibile.
Tuttavia, queste centrali hanno anche un “risvolto negativo”: le cosiddette scorie radioattive.

Tali scorie dovrebbero essere emesse al minimo se la centrale nucleare ha un buon funzionamento; tuttavia nel corso della storia, vi sono stati alcuni episodi in cui disastri a tali centrali hanno comportato conseguenze permanenti su persone e cose.

Cernobyl, 26 aprile 1986.

Alle ore 1.23 circa, presso la centrale nucleare V.I. Lenin, una forte esplosione causa un incendio alla centrale stessa, rilasciando una densa nube radioattiva, il cui impatto sull’ambiente e sull’uomo fu assolutamente devastante.

Impatto che si sente ancora, a distanza di quasi 32 anni.

Una serie di esplosioni a seguito di un terremoto,invece, furono alla base,l’11 marzo 2011, del disastro nucleare alla centrale di Fukushima Dai-ichi,in Giappone.

Tale disastro, oltre che conseguenze a livello ambientale, ebbe forti ripercussioni a livello politico internazionale, legato al prosieguo o meno dell’utilizzo dell’energia nucleare (o della continuazione dei suoi programmi di sviluppo).

Energia che negli ultimi tempi, stando alle continue notizie che affollano i quotidiani internazionali quasi ogni giorno, sembra essere tornata al suo uso negli anni della nascita della fisica nucleare: quello bellico.

Un uso per mostrare la propria forza, sottovalutando il reale potenziale, a volte devastante, dell’energia che si ha a disposizione dalla natura.

URAGANI, TORNADI ,TEMPESTE TROPICALI: LA DEVASTANTE FORZA DELLA NATURA

Da molti studiosi ed esperti in materia, quest’ultimo periodo del 2017 è stato nominato “la stagione degli uragani più drammatica di sempre”.

Gli ultimi devastanti fenomeni che hanno flagellato l’Atlantico, ed in particolare gli Stati Uniti ne sono la conferma.

Harvey, Irma, Jose e Maria: una serie di uragani dalla forza spaventosa, capaci in pochi istanti di devastare intere coste e città, declassando raramente in”tempeste tropicali”.

Uragani, tornadi e tempeste tropicali: facciamo il punto.

Chi non è esperto in materia, pensano che questi tre termini siano sinonimi: pur essendo molto collegati tra loro, non è così.

Tutti e tre i fenomeni vengono globalmente classificati come “cicloni”, ossia  vortici atmosferici ovvero regioni  in cui la pressione atmosferica è minore di quella delle regioni circostanti alla stessa altitudine (bassa pressione), tipicamente associata a cattivo tempo atmosferico (temporali, pioggia, vento).

I cicloni vengono divisi in tropicali ed extratropicali, a seconda che si verifichino nella regione compresa tra i due tropici, oppure al di fuori di essa. Uragani e tempeste tropicali fanno parte del primo.

Gli uragani (il nome deriva da hurican o huracan è un termine caraibico che designa il dio del male)  riguardano l’Oceano Atlantico, gli USA e i Caraibi, mentre quando vengono colpiti il Sud Pacifico e l’Oceano Indiano,si parla  semplicemente di tifoni.

Le tempeste tropicali (o cicloni tropicali) rappresentano uno “stadio antecedente” all’uragano, mentre i tornadi sono fenomeni più piccoli e di breve durata ma comunque molto intensi.

2017, anno degli uragani più devastanti: a cosa è dovuta tale potenza?

Un uragano è essenzialmente un motore atmosferico alimentato dall’umidità dell’aria e dalle calde acque oceaniche sottostanti. Ma questo sembra non giustificare totalmente la potenza devastante di Harvey, Irma, Jose e Maria. C’E’ DELL’ALTRO, E QUELL’ALTRO PROBABILMENTE HA UN NOME:

RISCALDAMENTO GLOBALE

RISCALDAMENTO GLOBALE: UN CALORE TERRIBILMENTE “INSPIEGABILE”

Da qualche anno a questa parte è impossibile non percerpirlo.

I nostri mari stanno diventando insolitamente più caldi, i ghiacchiai robusti dell’ Artide e dell’Antartide si stanno inesorabilmente sciogliendo, privando del loro habitat animali come orsi polari, foche e pinguini, e alcune zone prima emerse,ora sono completamente divorate dalle acque.

Sarà strano crederci, ma tutto questo è in parte dovuto a noi.

Il riscaldamento globale indica il mutamento del clima terrestre sviluppatosi nel corso del XX secolo e tuttora in corso.

Tale mutamento è dovuto all’emissione di gas, detti gas serra, che aumentano la capacità da parte della Terra di trattenere nella propria atmosfera parte dell’energia proveniente dal Sole.

L’effetto serra è un fenomeno naturale di per sè; a partire dal XX secolo,tuttavia, L’attività dell’uomo  ha incrementato l’ammontare di gas serra nell’atmosfera modificandone l’equilibrio ed alterando la produzione di anidride carbonica,metano e vapore acqueo.

Tale eccesso d’ energia trattenuta si riversa nell’atmosfera, generando quindi eventi meteorologici estremi (quali cicloni, alluvioni, siccità, ondate di caldo e di gelo ecc.) di maggior numero con una maggior violenza.

Un’altra conseguenza anomala è la tropicalizzazione di alcuni mari, in primis il Mar Mediterraneo; lo dimostra la comparsa,quest’estate, di alcune specie di meduse caratteristiche dei mari tropicali, o di alghe in grado di infettare la vegetazione marina locale.

Per non parlare degli incendi, le cui temperature eccessive tendono a rinvigorire,rendendoli difficilmente domabili, siccità….

Noi possiamo fare qualcosa: Giornata mondiale per la riduzione dei disastri naturali

Tante, troppe persone ogni anno sono costrette a migrare in altri Paesi per disastri naturali: secondo i dati dell’ONU, solo nel 2016 vi sono stati 19,3 milioni di sfollati.

Disastri legati anche alla mano dell’uomo.

La Giornata mondiale per la riduzione dei disastri naturali serve soprattutto nasce soprattutto per diffondere consapevolezza sull’importanza di contenere tali rischi. Anche con gesti semplici: la costruzione di nuove case nelle zone devastate, ripristinare le colture dove la siccità le ha tolte, sensibilizzare ad un uso più responsabile dell’energia che la Terra ci fornisce.

Per non alterarne l’equilibrio.

La salute del nostro pianeta è la NOSTRA salute. 

SITOGRAFIA:

http://www.sparklingcode.net/giornatamondiale/evento/giornata-riduzione-disastri-naturali/?instance_id=1228#sthash.1gZipGBq.dpbs

https://www.focus.it/scienza/scienze/la-coppia-di-tragici-terremoti-del-messico

http://www.nationalgeographic.it/wallpaper/2017/09/20/foto/terremoto_magnitudo_7_1_messico-3669206/1/

http://www.lifegate.it/persone/stile-di-vita/30-anni-disastro-di-chernobyl-nucleare

https://www.ilmeteo.net/notizie/divulgazione/una-guerra-nucleare-detonerebbe-il-clima-della-terra.html

http://www.ilpost.it/2017/09/09/uragano-tifone-ciclone-cosa-sono/

https://www.focus.it/ambiente/ecologia/oceani-e-riscaldamento-globale

https://it.wikipedia.org/wiki/Riscaldamento_globale#Effetti_del_riscaldamento_globale

http://www.unisdr.org/2017/iddr/

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