Il ritorno: bandito, giudice ed amministratore.

Nel 1805 tornò dunque in valle, meglio armato e supportato. In breve, la sua divenne l’unica vera autorità, in alcuni paesi. Una nota storia lo vede accerchiato dal popolo che gli chiede un giudizio su questioni d’eredità, di furto, famigliari ecc. Il brigante era diventato anche giudice di pace e amministratore!
A Bergamo, i funzionari del neonato Regno d’Italia napoleonico si resero conto che non si poteva più far finta di niente. Bisognava impegnarsi a fondo per catturare il Pacì Paciana. Fu emessa dunque una taglia su di lui che prometteva cento zecchini d’oro a colui che lo avesse catturato vivo e sessanta a chi lo avesse consegnato morto. In più, se colui che lo avesse segnalato alle autorità fosse stato un fuorilegge, egli sarebbe stato automaticamente graziato. Era un premio allettante, ma in valle nessun amico del Pacì cercò di guadagnarselo. Il commissario Salvi decise dunque di usare la forza: rimosso il vecchio maresciallo dei gendarmi di Zogno, che pare fosse in combutta con il nostro, ne nominò un altro e gli garantì ampi rinforzi.

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