I “Weinstein italiani” : quando dietro al lavoro si nasconde altro
Il caso di Harvey Weinstein, al di là dello scandalo nel mondo del cinema e non solo, porta di nuovo alla luce una tematica terribilmente quotidiana: quella delle molestie sul luogo di lavoro.
I dati ISTAT parlano almeno 1 milione e mezzo di donne italiane che sono vittime di quelle che inizialmente sono solo avances.
Per “sciogliere il ghiaccio”, inviti, magari a colazione, «per conoscersi meglio” o per spiegare “in cosa consiste il lavoro”.
Ma il più delle volte col tempo queste semplici attenzioni da parte di datori di lavoro, dirigenti, si trasformano in veri e propri ricatti sessuali.
L’ISTAT sempre rileva come la fascia d’età più sensibile sia quella che va dai 31 ai 50 anni, mentre per quanto riguarda i settori i più “bersagliati” sono il commercio, il turismo e il pubblico impiego.
Un fenomeno che il Jobs Act sembra non arginare, ma anzi favorire,attraverso la liberalizzazione dei licenziamenti.
“Se ci stai lavori se no te ne vai?”
Voglio concludere con questa frase.
Una frase che tante donne si sono sentite spesso dire, che deve fare riflettere chi,con leggi che dovrebbero aiutare a tutelare chi lavora, in realtà sta esponendo a rischi non sempre riparabili.