Pablo Neruda: il caso della sua morte si riapre
Nel novembre del 2013 viene dichiarata ufficialmente la morte del poeta a causa di un tumore alla prostata.
Inoltre viene confermata la totale assenza di sostanze velenose nel suo corpo.
Una risposta che non ha mai convinto fino in fondo i familiari, che sostengono che diverse sostanze sono difficilmente rintracciabili, e possono essere facilmente usate per far passare per suicidi o morti naturali degli omicidi (es. il gas sarin)
Nel maggio 2015 un team spagnolo dichiara il ritrovamento di proteine anomale nelle ossa di Neruda, non riferibili a farmaci, alcune legate al cancro e altre a un’infezione improvvisa e assai rapida da Staphylococcus aureus.
Ciò nonostante, il caso finisce in archiviazione.
2017: Pablo Neruda non è morto di cancro, ma avvelenato
Un’équipe internazionale di scienziati,tra i quali lo spagnolo Aurelio Luna, recentemente ha condotto una serie di analisi sul corpo del poeta cileno, e avrebbe identificato una “«una tossina nelle ossa che potrebbe aver causato la morte».
Lo stesso Luna avrebbe dichiarato l’incompletezza del certificato di morte sulla causa del suo decesso.
Inoltre si stanno conducendo indagini anche su un batterio ritrovato nei resti di Neruda, per verificare se si tratti di Staphylococcus aureus (come osservato già due anni prima) o di “una specie batterica coltivata in laboratorio”.
Ipotesi,quest’ultima, che confermerebbe la presenza di terzi, intervenuti a somministrare il batterio con l’intento criminale di uccidere Neruda, come affermato sempre dall’autista.