Le armi biologiche nella storia
Con il termine arma biologica si fa riferimento ad un agente microbiologico nocivo, o una tossina da esso prodotta, che viene utilizzato, al fine di diffondere la contaminazione e il contagio in territori e popolazioni nemiche.
Contrariarmente a quanto si possa pensare, l’utilizzo di queste armi ha origini molto antiche,risalenti addirittura alle dominazioni barbariche, dove tali popolazioni ne facevano un uso inconsapevole.
Nel Medioevo era considerato “attacco biologico” il lancio di cadaveri nelle città nemiche coi trabucchi o nelle riserve d’acqua come modalità di avvelenamento: si ipotizza che proprio con questo metodo la peste si diffuse nella colonia genovese di Caffa, in Crimea, e in seguito in Europa attraverso i traffici marittimi.
In epoca contemporanea l’uso di armi biologiche diventa consapevole, soprattutto durante le guerre che si svolsero tra il 1937 e il 1945.
Due episodi importanti sono la Seconda guerra sino-giapponese e l’attacco bioterroristico dei Tedeschi nel 1943 nel territorio di Latina.
(La città era stata occupata dagli Alleati e da poco bonificata; i tedeschi infettarono le terre con il plasmodio della malaria).
Le armi biologiche sono recentemente considerate armi terroristiche e messe al bando da svariate convenzioni internazionali.
Tuttavia si sospetta che Stati Uniti e Russia conservino abbondanti riserve di questi agenti nei loro laboratori.