Armi biologiche: il “piano” di Kim Jong Hun
Come accennato prima, il Belfer Center for Science and International Affairs dell’Harvard Kennedy School ha stilato uno studio circa le armi biologiche prodotte in Nord Corea da Kim Jong Hun (tematica già tornata in primo piano in seguito all’assassinio del fratellastro del dittatore nordcoreano, avvenuto a febbraio 2017).
Armi che se utilizzate su larga scala, sono in grado di causare non solo decine di
migliaia di morti, ma anche creare panico e paralizzare le società. E sono numerose, più di quante se ne sta parlando in questi giorni di “minaccia nucleare”.
il programma
Il programma di produzione di armi biologiche da parte della Corea del Nord, secondo fonti sudcoreane, ha inizio nei primi anni ’60 del secolo scorso, in seguito ad epidemie di colera, tifo, tifo e vaiolo che hanno colpito il paese (a detta loro, causate da attacchi biologici da parte degli Stati Uniti).
La produzione di armi avverrebbe all’interno di alcuni laboratori nord coreani di ricerca per l’agricoltura; questo consentirebbe loro di nascondere gli agenti patogeni fino al momento della loro diffusione.
Tra gli agenti patogeni utilizzati, ceppi di Yersinia pestis e Bacillus anthracis
Diffusione che avverrebbe attraverso vari mezzi (missili, droni, aerei e persino bombolette spray portatili) da persone altamente insospettabili,come personale delle pulizia e disinfezione.
Tali persone si potrebbero introdurre in modo indisturbato in diversi ambienti e locali pubblici disperdendo vaiolo o antrace con semplici spruzzatori.
Provocando migliaia di morti e feriti.
Forse li ha già provocati, secondo quanto sostenuto da questo rapporto dell’Harvard Kennedy School.
Secondo le testimonianze di transfughi nordcoreani, che affermano come il regime di Kim avrebbe effettuato sperimentazioni di armi chimiche e biologiche su soggetti umani.