Alla scoperta di Haridwar
Il treno arrivò ad Haridwar e ricordo le numerose statue che sembravano di plastica fuori dagli ashrams: la pelle delle divinità era bianca, decorate di blu, rosso e color oro. Personaggi del pantheon induista campeggiavano alti diversi metri lungo una strada che percorsi fino in fondo; il sole splendeva alto.
Arrivai ad una specie di albergo, molto curato, dove mi chiesero subito il passaporto e non mi ricordò per nulla quello in cui avevo dormito a Delhi. Fuori stava seduto un baba che mi accolse facendomi il segno dell’Om con la mano.
Il clima meditativo, ordinato e pulito del contesto mi colpì subito, infatti anche qui trovai diversi occidentali in tuta che svolgevano le normali attività della giornata. Mi venne assegnata una camera doppia, ma pagavo davvero poco e soltanto per una persona.Ero per la prima volta all’interno di un ashram ad Haridwar.
Mi venne mostrata un po’ tutta la struttura: la stanza dove si pregava e cantava tutti insieme, la sala mensa e il bellissimo giardino sul quale si affacciava il terrazzino della mia camera; ecco perchè c’era un baba all’ingresso! Mi trovavo in un ambiente meditativo.
Come al solito non mi risparmiai in merito alla mia solita passeggiata perlustrativa del luogo nuovo nel quale mi trovavo e mi incamminai per arrivare fino al Gange, se i miei ricordi non mi ingannano: prima volta che avrei visto un ghat in tutta la mia vita e soprattutto prima volta che mi affacciavo sul fiume sacro, meta di innumerevoli peregrinazioni per tutti gli induisti del mondo.
Un gruppo di scimmie lungo la strada in terra battuta, se la prese con un cartello stradale e lo stavano quasi distruggendo, così decisi di cambiare strada.
Un altro baba, molto anziano, che passeggiava lungo la via, venendomi incontro mi chiese se avessi qualche sigaretta da offrirgli. Gli porsi un bidi: una tipica sigaretta indiana fatta di una foglia di eucalipto arrotolata che scoprii in quel viaggio e lui la accettò molto gentilmente e ne tolse il filo rosso che la teneva arrotolata, per accendersela lungo la via. Una breve benedizione e ci separammo.
Decisamente incontrare gli asceti non è nulla di tradizionale per le nostre abitudini sono come i nostri frati e parlano solo della vita dello spirito.
(continua)