Alla scoperta di Haridwar

P3130315 India Express #4: alla scoperta di Haridwar

Arrivai al ghat dove c’era anche la tradizionale catena immersa in acqua per permettere ai pellegrini di bagnarsi nelle acque del fiume sacro e subito la cosa che mi colpì fu la calca di sadhu, scimmie, cani, bancarelle di fiori,odore di incenso e quant’altro potesse rendere magico quel tardo pomeriggio.

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Vidi il primo naga-sadhu: sono baba che non vestono nulla, ma sono ricoperti della cenere sacra di Shiva, se ne stava steso al centro del ghat, senza una gamba.

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Un sadhu di mezza età si avvicinò a me dicendomi in perfetto inglese: tu sei molto malato, vieni con me al mio ashram e ti darò delle pillole ayurvedi che che ti cureranno.

Come al solito rimasi allarmato anche da questo incontro e la cosa mi scosse, ma aspettai sera sul ghat accanto alle acque gelide del Gange e poi tornai verso l’ashram che mi ospitava.

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Era in corso la cerimonia serale nella grande sala coi pavimenti in marmo lucido e tutti cantavano e battevano le mani in lode a Krishna seduti a gambe incrociate.

Mi sedetti e presi parte alla cerimonia, poi, una volta finita, ci recammo nella sala mensa dove il cibo veniva servito da camerieri del villaggio: ragazzini di giovane età che spiegavano da cosa era composto il thali: il piatto tradizionale indiano.

Andai a dormire quella sera molto rilassato, in una atmosfera tranquilla, deciso a proseguire per Rishikesh, perchè l’unica persona che conoscevo era diretta lì, per il momento ero completamente solo, ma immerso in una atmosfera come al solito mistica e accogliente.

Nella mia mente scorrevano tutti i ricordi di quello che avevo visto sin dalla prima notte a Paharganj.

Il mio ritorno in Italia era previsto fra non prima di due mesi e avevo voglia di vedere più cose possibili, così decisi che il giorno seguente sarei già ripartito per Rishikesh: la città dei veggenti.

 

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