L’interpretazione tradizionale del fenomeno.

Tutto questo concorda con lo schema tradizionale delle società indoeuropee (e non solo): ad una parte dell’anno coincide il principio solare ed uranico, simbolo maschile e spirituale (altrove chiamato yang); all’altra quello ctonio e tellurico, femmineo e sensibile (ying).

Beltaine era l’apoteosi della luce, celebrata attraverso l’accensione di fuochi propiziatori della fertilità dei uomini e dei campi. Si cercava di attingere all’energia positiva del mondo in vista della bella stagione. Ma come in ogni altra civiltà antica, l’equilibrio cosmico (si pensi che la parola greca cosmos indica contemporaneamente il mondo e l’ordine che lo regge) era una delle principali direttive vitali.

Quando parliamo di principio positivo e negativo dobbiamo rappresentarceli come su un piano cartesiano: entrambi sono funzionali al cosmo, semplicemente essi sono opposti. Solo il loro equilibrio permette l’Esistenza. Tanto è vero che al loro progressivo sbilanciamento coincidono le quattro Età (Oro, Argento, Bronzo, Ferro) o Yuga (Satya, Treta, Dvapara, Kali) del progressivo decadimento cosmico che terminanono con la fine dell’universo, cui segue la rinascita (scontata- come nel caso indù- o problematica- nel mondo vikingo è determinata dall’esito della battaglia finale tra gli eroi del Valhalla e i demoni del sottosuolo-).

Così, l’energia in eccesso, non sfruttata durante il periodo consono, diveniva nociva. Rendendo necessaria una purificazione. In altre parole chi fosse stato troppo Vivo nei giorni della morte avrebbe rischiato di alterare l’equilibrio dell’universo, peccando di ciò che i greci chiamavano ubris (tracotanza).

Questa avveniva attraverso influsso opposto, quello di Ying: si riteneva che le forze del sottosuolo (le Erinni nel mondo ellenico, i Tùatha in quelle celtico, i Naga in quello Indù ecc) fossero attirati dalle energie initulizzate, che ,metaforicamente, risplendevano come il sole-Yang durante la notte-Ying.

Questa forma mentis è stata sistematizzata da secoli di leggende (non solo antiche: si pensi a Shakespeare) e contaminata dalla rivoluzione cristiana e dalla sua componente semitica, che nel cristianesimo occidentale è sicuramente più importante che in quello orientale: non a caso il Papa si professa erede di San Pietro, il santo ebreo per eccellenza. Il risultato è l’attuale notte di Halloween: le forze ctonie sono ora rappresentate da Morti, dannati e demoni (si pensi alla Caccia Morta, presente in tutte le realtà ex celtiche dalla Lombardia alla Scozia), cui si oppone, il giorno successivo, il culto dei Defunti (trapassati ma non Morti, giacchè hanno raggiunto la Vita Eterna) redenti e angelici.

(continua…)

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