Molestie sessuali: il dopo Weinstein ad Hollywood e non solo

wall-street Molestie sessuali: il dopo Weinstein ad Hollywood e non solo

L’ “uragano mediatico” Weinstein non sembra essersi fermato al mondo dello spettacolo, ma ha investito con forza anche il mondo “illibato” della politica, della borsa e delle istituzioni.

Un articolo del  ‘Washington Post’, dal titolo alquanto eloquente (“Anche Wall Street potrebbe avere il suo problema Harvey Weinstein”) avrebbe rivelato alcuni dettagli scottanti relativi a molestie sessuali alla borsa di New York; due alti dirigenti della Fidelity Investments, una delle più grandi società di investimento al mondo, sarebbero stati licenziati perchè accusati di molestie sessuali.

Inoltre il manager C. Robert Chow si è dimesso all’inizio di questo mese per presunti commenti sessuali inappropriati mentre il “tech fund manager” Gavin Baker sarebbe stato licenziato dalla società a settembre con l’accusa di aver molestato una collega di 26 anni.

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La bufera “politico-sessuale” sembra coinvolgere anche l’Europa.

Nel Regno Unito sarebbe stata stilata una “lista della vergogna” contenente nomi di deputati e relativi “comportamenti scorretti”.

Uno scandalo che la premier Theresa May, già in difficoltà per lo stallo nel quale versa il negoziato con Bruxelles per la Brexit, prova a “mascherare” dichiarando attraverso un portavoce la propria “fiducia nel governo e nei suoi ministri”.

Attraversando la Manica, lo scandalo “molestie sessuali” si abbatte sul Front National di Marine Le Pen

Alcune donne dichiarano di esser state vittime di aggressioni da parte di membri del partito francese di estrema destra.

In Austria, invece, uno dei più noti esponenti della sinistra, Peter Pilz, avrebbe lasciato il suo seggio da deputato in seguito ad accuse di molestie sessuali a suo carico.

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