London and tattoo
London and tattoo.
Buon giorno a tutti lettori di “THE WEB COFFEE”.
Riemergiamo così da questa full-immersion indiana in cui ci eravamo calati nelle ultime otto puntate del mio esordio su questo web-magazine, per tornare a parlare di viaggi.
Non partii subito per il sud-America l’anno dopo, ma continuai a fare lo stagionale in riviera per guadagnarmi i soldi necessari per continuare ad esplorare il mondo.
Fu la volta di Londra. Un motivo molto semplice mi spinse verso quella meta, e fu la mia passione per il mondo del tatuaggio, anche se ancora non avevo nessun pezzo addosso.
Si svolgeva nell’ottobre 2006, successivamente al mio impiego nel settore turistico qui in Romagna, una delle tattoo convention più rinomate della scena mondiale, che riuniva artisti da tutto il mondo, a Londra appunto.
Decisi così di partire e mentre visitavo quell’evento, ne avrei approfittato per fermarmi un mese circa nella capitale inglese.
Ancora non avevo chiaramente idea di come sarebbero andate le cose, mi apprestai quindi a stampare un po’ di curriculum da distribuire in zona alla ricerca di un impiego, anche come lavapiatti ed ebbi l’occasione di fare anche qualche colloquio.
Penso di non aver fatto altro che ricalcare il modello di tanti giovani della nostra generazione che partono alla ricerca di un lavoretto a Londra: niente di più semplice, anche se alla fine la cosa non si realizzò e più per la nostalgia di casa che altro, decisi di tornare in Italia.
La tattoo convention di Brick-Lane fu un’esperienza indimenticabile, come la maggior parte delle cose che mi accaddero durante i miei viaggi.
Ebbi l’occasione di conoscere di persona i nomi più importanti del panorama mondiale di quest’arte ancestrale e intercontinentale.
Vidi in carne ed ossa persone che avevano abbracciato quella filosofia di vita come modello di vita e portavano i loro pezzi sulla pelle testimoniando una storia vera e propria, soprattutto relativamente all’ambiente londinese.
Fu tutto molto entusiasmante.
(continua nella pagina seguente)