Tra storia e magia
Tutti pensiamo a personaggi come Babbo Natale e gli eroi delle favole per bambini come se fossero personaggi mai esistiti, frutto dell’immaginazione dei nostri figli o semplici giocattoli magari comprati a Disneyland. E se invece fossero vissuti esattamente prima di questa loro “notorietà”? E’ possibile?
Partiamo dal primo,Babbo Natale.
Il personaggio entrato nell’immaginario collettivo venne prodotto dalla Coca Cola nel 1931. A crearlo fu Haddon Sundblom dietro indicazioni della compagnia che voleva un personaggio realistico da sostituire ad uno nato già nel 1920 che non ha riscosso successo. S’ispirò ad un quadro che rappresenta san Nicola, da cui Santa Claus (da Santa Nicolaus, latino), nome anglosassone di Babbo Natale.
Un greco nato intorno al 280 d.C. che divenne vescovo di Mira, cittadina romana del sud dell’Asia Minore, l’attuale Turchia. Nicola si guadagnò la reputazione di fiero difensore della fede cristiana in anni di persecuzioni e trascorse molti anni in prigione finché, nel 313, Costantino emanò l’Editto di Milano che autorizzava il culto. L’iconografia ha tramandato diverse sue immagini, ma nessuna somiglia troppo all’omone allegro, sovrappeso e dalla barba bianca che oggi attribuiamo a Babbo Natale.
Il legame con i bambini si deve alla leggenda secondo cui avrebbe regalato in segreto dell’oro al padre di due ragazze costrette a prostituirsi per vivere, in questo modo l’uomò potè pagare i suoi debiti. In realtà per molti secoli il culto di san Nicola – e la tradizione di fare regali ai bambini – si continuò a celebrare il 6 dicembre, come avviene tuttora in diverse zone dell’Italia del Nord e dell’arco alpino, fino in Germania.
Col tempo al santo vennero attribuite alcune caratteristiche tipiche di divinità pagane preesistenti, come il romano Saturno o il nordico Odino, anch’essi spesso rappresentati come vecchi dalla barba bianca in grado di volare.
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Babbo Natale e altre storie magicamente vere
San Nicola era anche incaricato di sorvegliare i bambini perché facessero i buoni e dicessero le preghiere. Ma la Riforma protestante, a partire dal Cinquecento, abolì il culto dei santi in gran parte dell’Europa del Nord. Chi sarebbe stato l’eroe dei bambini. In molti casi il compito fu attribuito a Gesù Bambino, e la data spostata dal 6 dicembre a Natale. Ma il piccolo Gesù non sembra in grado di portare troppi regali, e soprattutto non può minacciare i bambini cattivi. Così gli fu spesso affiancato un aiutante più forzuto, in grado anche di mettere paura”.
Nacquero così nel mondo germanico alcune figure a metà tra il folletto e il demone. Alcune, come i Krampus, servono da aiutanti dello stesso san Nicola; in altre il ricordo del santo sopravvive nel nome, come Ru-klaus (Nicola il Rozzo), Aschenklas (Nicola di cenere) o Pelznickel (Nicola il Peloso). Erano loro a garantire che i bambini facessero i buoni, minacciando punizioni come frustate o rapimenti. Per quanto possa sembrare strano, anche da questi personaggi nasce la figura dell’allegro vecchietto in slitta.
Gli emigranti portarono queste leggende in America dove, grazie alla Coca Cola nacque il personaggio che ancora oggi conosciamo.
(nella pagina seguente…la storia “vera” di Belle)
Babbo Natale e altre storie magicamente vere
LA BELLA E LA BESTIA
Parlando di favole natalizie e di favole non possiamo non parlare di una delle principesse più amate dai bambini, Belle. Non fu la Walt Disney nè tantomeno i Charles Perrault ad idearla ma bensì una certa Catherine, dama di compagnia della regina di Francia Caterina de Medici.
Nel 1573 andò in sposa ad un vero essere metà uomo e metà bestia. il suo nome? Pedrus Gonzalvus, allevato alla corte di Francia da Enrico II. Fu una scoperta scientifica (si scoprì in seguito che Pedrus era affetto da ipertricosi) un essere selvaggio parente quasi delle scimmie che destò interesse alle corti dell’epoca.
Tra il 1580 ed il 1590, ospiti dei Farnese di Parma, soggiornarono in Italia morendo a Bolsena (VT) nel 1618.
PETER PAN
Anche gli eterni bambini hanno il loro eroe tratto da una storia vera. Peter Pan, infatti, non è uscito dalla penna di Sir James Barrie nel 1904 anche se è effettivamente vissuto a Kensington. Nel Palazzo di Kensington e non nei Giardini.
Siamo nel 1726 quando re Giorgio I portò a Londra un ragazzo selvatico cresciuto come un animale nelle foreste di Hannover, Germania. Ad accudirlo sotto l’attenzione di studiosi e scienziati, fu la figlia del re, la principessa Caroline.
Dopo una istruzione senza successo, fu mandato a vivere nelle campagne del Hertfordshire da contadini presso i quali morì nel 1785. Di lui ci rimane un ritratto eseguito dal pittore di corte William Kent nella King Staircase nel Palazzo di Kensington ed il suo collare, antenato, forse dei biglietti di riconoscimento che i bambini portano nelle gite scolastiche. Dopo due secoli fu diagnosticata la sua malattia, sindrome di Pitt Hopkins, una forma d’autismo, grazie ad alcune particolarità presenti nel ritratto. All’epoca di Barrie, la storia di questo ragazzo era ancora molto diffusa e conosciuta a Londra nel 1885.
A volte, come Babbo Natale, La Bella e la Bestia e Peter Pan sembrano confermare, la fantasia degli scrittori altro non è che un romanzo di fatti reali.
Articolo di Federico Rosselli