20 dicembre 1963: anche il Muro ha un cuore
Tuttavia questo non ferma i passaggi, da Est verso Ovest.
Durante il periodo di esistenza del muro vi furono circa 5000 tentativi di fuga coronati da successo, ma anche in senso opposto (quest’ultimi si verificarono per lo più nei primi anni ’70 e ’80.
Perché il muro sì ha diviso dei settori diversi, ma in un lampo ha diviso famiglie.
Nel 1989 il Muro cade, sancendo la nascita della Germania unita e diventando il simbolo della fine dei regimi comunisti in Europa.
Ma ancora prima del 1989, vi era stato un momento di “tregua” in cui l’accesso tra le due Berlino (Ovest e Est) e di conseguenza tra le due Germanie divenne possibile.
Il 20 novembre 1963, infatti, tra i ministri delle due parti venne firmato un accordo che prevedeva il lasciapassare ai cittadini nel periodo delle festività natalizie, fino al 5 gennaio 1964, al fine di trascorrerle insieme alle famiglie.
Un’iniziativa personale dell’allora borgomastro di Berlino Ovest, Willy Brandt, allo scopo d’instaurare un rapporto civile ed umano con la controparte sovietica.
Nell’accordo redatto si legge che:
“pur rimanendo divergenti i punti di vista in materia politica e giuridica, le due parti dichiarano di prendere questa decisione guidati dall’intento di realizzare un compito umanitario”.
Umanità: per la prima volta, dopo anni di guerra sanguinosa e violenta, sotto tanti punti di vista, in atti ufficiali viene usata questa parola.
Un passo necessario, secondo Brandt, per andare incontro ad una pacifica convivenza tra le due popolazioni.
Una “piccola crepa” in quel muro ideologico, e non solo fisico, che di lì a poco sarebbe andato distrutto, la notte del 9 novembre 1989.