La rigidità tedesca si piega ai sentimenti e allo spirito natalizio
Berlino, 20 dicembre 1963, piena guerra fredda: da due anni ormai un Muro divide in due la città tedesca, contesa tra tedeschi e russi.
Scopo: dividere le due repubbliche,federale e democratica, ed impedire la libera circolazione delle persone tra esse.
Ma quel giorno una “crepa” si forma in quel Muro, una crepa che tende ad una pace possibile.
Il muro diventa così transitabile per due mesi, e a quasi 4.000 i berlinesi occidentali viene data la possibilità per visitare i parenti nella zona orientale,data l’imminenza del Natale.
Un piccolo momento felice ,ma soprattutto umano, in un momento di tensione in un’Europa con ancora vive le cicatrici del secondo conflitto mondiale .
Ma partiamo dall’inizio.
Berlino,1961.
La Germania, uscita sconfitta dalla seconda guerra mondiale, si trova divisa in quattro settori controllati e amministrati da Unione Sovietica, Stati Uniti d’America, Regno Unito e Francia.
Quest’ultimi nel 1952 formano un’enclave,costituendo effettivamente la Germania dell’Ovest contrapposta alla Germania dell’Est, a dominazione sovietica. Una divisione che ha effetti anche su Berlino, nella quale i movimenti dei cittadini tra i due settori vennero limitati con la chiusura del confine.
Tuttavia questo sembra incrementare il movimento anziché ridurlo.
L‘attrazione dei settori occidentali di Berlino per i cittadini della Germania Est aumenta,e Circa 2,5 milioni di tedeschi dell’est passarono ad ovest tra il 1949 e il 1961.
Fu così che nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 a Berlino Est venne dato inizio alla costruzione di un Muro attorno ai tre settori occidentali.
Due muri paralleli di cemento armato, separati dalla cosiddetta “striscia della morte”, larga alcune decine di metri.
(continua)
20 dicembre 1963: anche il Muro ha un cuore
Tuttavia questo non ferma i passaggi, da Est verso Ovest.
Durante il periodo di esistenza del muro vi furono circa 5000 tentativi di fuga coronati da successo, ma anche in senso opposto (quest’ultimi si verificarono per lo più nei primi anni ’70 e ’80.
Perché il muro sì ha diviso dei settori diversi, ma in un lampo ha diviso famiglie.
Nel 1989 il Muro cade, sancendo la nascita della Germania unita e diventando il simbolo della fine dei regimi comunisti in Europa.
Ma ancora prima del 1989, vi era stato un momento di “tregua” in cui l’accesso tra le due Berlino (Ovest e Est) e di conseguenza tra le due Germanie divenne possibile.
Il 20 novembre 1963, infatti, tra i ministri delle due parti venne firmato un accordo che prevedeva il lasciapassare ai cittadini nel periodo delle festività natalizie, fino al 5 gennaio 1964, al fine di trascorrerle insieme alle famiglie.
Un’iniziativa personale dell’allora borgomastro di Berlino Ovest, Willy Brandt, allo scopo d’instaurare un rapporto civile ed umano con la controparte sovietica.
Nell’accordo redatto si legge che:
“pur rimanendo divergenti i punti di vista in materia politica e giuridica, le due parti dichiarano di prendere questa decisione guidati dall’intento di realizzare un compito umanitario”.
Umanità: per la prima volta, dopo anni di guerra sanguinosa e violenta, sotto tanti punti di vista, in atti ufficiali viene usata questa parola.
Un passo necessario, secondo Brandt, per andare incontro ad una pacifica convivenza tra le due popolazioni.
Una “piccola crepa” in quel muro ideologico, e non solo fisico, che di lì a poco sarebbe andato distrutto, la notte del 9 novembre 1989.
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