Quella storia semplice tra lacrime e sorriso: I 20 anni della “Vita è bella”
Sono passati già 20 anni da quando per la prima volta conoscevamo Guido Orefice, interpretato magistralmente da Roberto Benigni. La storia è quella di un uomo che verrà deportato insieme alla sua famiglia in un campo di concentramento, soltanto per la colpa di essere ebreo. Tuttavia non si tratta della solita solfa triste e cupa sulla deportazione. Si tratta di una favola, un racconto tragicomico, in cui Benigni interpreta un padre che vuole far vivere a suo figlio, come se fosse un gioco o un enorme regalo di compleanno, una delle pagine più brutte della nostra storia.
«Questa è una storia semplice, eppure non è facile raccontarla. Come in una favola c’è dolore e come una favola è piena di meraviglia e di felicità. […] Questa è la mia storia. Questo è il sacrificio che mio padre ha fatto. Questo è stato il suo regalo per me»
Queste sono le parole finali che Giosuè racconta al pubblico, parlando di come suo padre sia riuscito ad alleviare il dolore, le ingiustizie, rendendo tutto come se fosse una storiella che si racconta ai bambini. D’altronde il piccolo Giosuè ha solo cinque anni quando viene deportato e inconsapevolmente viene a conoscenza delle brutalità tedesche.
Il film quindi si dipana in questo racconto che commuove e lascia il pubblico esterrefatto. Se nella prima parte del film le risate sono garantite, nella seconda parte, le labbra si piegano in un’espressione di tristezza e le lacrime non possono non scenderti dal viso. Lo stesso Benigni ha dichiarato che “La vita è bella” è:
«una storia in bilico tra la lacrima e il riso. […] E perché, direte voi, far ridere di una cosa tanto tragica, del massimo orrore del secolo? Perché la vita è bella, e anche nell’orrore c’è il germe della speranza, c’è qualcosa che resiste a tutto, a ogni distruzione. […]
Un racconto che è diventato un successo. A livello internazionale il film ha incassato oltre 225 milioni, è stato vincitore di tre premi oscar (miglior film straniero, miglior attore [Benigni] e miglior colonna sonora) ed è inserito, secondo L’internet Movie Database, al 25°posto dei 250 migliori film di tutti i tempi. Il segreto del successo? Tra i tanti aspetti, quali la bravura degli attori, la musicalità, le ambientazioni, sicuramente vi è al centro la forza di una trama non banale, che vuole raccontare qualcosa di ormai già sentito e risentito ma in modo paradossale.
“Certe cose che a forza di nominarle si sono a volte un po’ consumate, come appunto i campi di concentramento e l’orrore dello sterminio degli ebrei, attraverso questo paradosso, attraverso questo gioco dell’irrealtà, potrebbero tornare a stupire, meravigliare, tornare appunto a sembrare, giustamente, impossibili» Ha dichiarato infatti Benigni.
Vi lascio con un video, una delle mie scene preferite del film. E Dopo averlo visto, non potrete non voler guardare o riguardare questo piccolo capolavoro.