Nuove rivelazioni: si arriverà mai alla verità?
Ustica: 37 anni senza capire cos’è accaduto quella sera del 27 giugno 1980, quando il mare inghiottì il velivolo Douglas DC-9 con 81 persone a bordo.
Anni in cui sono state fatte tutte le ipotesi possibili: danni strutturali al mezzo,attentato terroristico, l’essersi trovato sulla linea di fuoco di un combattimento aereo o essere il “bersaglio sbagliato” di un attacco missilistico.
Recentemente, però, la testimonianza di un marinaio ha fornito ulteriori tasselli, che indirizzerebbero le cause della strage di Ustica verso una pista precisa.
Noi di THEWEBCOFFEE abbiamo cercato di saperne di più.
27 giugno 1980: l’ultimo volo
Sono le 20.08: dall’aeroporto di Bologna il il DC-9 I-TIGI decolla per il volo IH870,direzione aeroporto di Palermo, con 113 minuti di ritardo.
Il volo procede regolarmente,fino alle ore 20:59, quando i contatti tra il velivolo e la stazione di controllo di Roma s’interrompono bruscamente.
Alle 21:04,infatti, quando, viene l’autorizzazione di inizio discesa su Palermo, dove era previsto l’arrivo alle 21:13, il velivolo non risponde.
Alle 21:55 il velivolo viene dato per disperso, dando inizio alle ricerche sul luogo del possibile incidente.
Solo il riafforamento, alle prime luci dell’alba, di alcuni detriti ad alcune decine di miglia a nord di Ustica,fanno luce sul destino del DC-9 I-TIGI: il velivolo è precipitato nel mar Tirreno, nel braccio di mare compreso tra l’isola di Ustica e quella di Ponza.
Nessuno delle 81 persone a bordo è sopravvissuta.
(continua)