Bosgnacchi e Rohingya: quando l’Islam è messo in un angolo
Nell’ultimo periodo, tra dibattito sullo Ius soli, ISIS, immigrazione, un’altra parola andrebbe aggiunta tra le parole più usate in questo 2017 e non solo : integrazione.
Una parola molto delicata da pronunciare, perché non sempre è facile che un popolo integri nel proprio paese un altro con cultura, tradizioni , ma spesso anche religione.
Quella religiosa soprattutto, come dimostra la cronaca quotidiana, non è affatto semplice, tanto da portare a vere e proprie “guerre di religione” atte ad eliminare le minoranze: gli esempi più eclatanti, quelle tra cristiani ed islamici, in paesi in cui quest’ultimi sono il credo dominante.
Ma ci sono realtà in cui sì è difficile l’integrazione, ma dove è proprio l’Islam ad essere la “minoranza”.
Oggi THEWEBCOFFEE vi parla di due di queste realtà: i cosiddetti “bosgnacchi” in Bosnia Erzegovina e il popolo dei Rohingya in Birmania.
Bosgnacchi : i “Musulmani” della Bosnia Erzegovina
La Bosnia-Erzegovina è uno Stato situato nei Balcani occidentali, appartenente fino all’aprile del 1992 alla Jugoslavia. Dal punto di vista etnico sono presenti 3 diverse popolazioni:
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i serbi (detti anche serbo- bosniaci)
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i croati (detti anche croato-bosniaci)
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i musulmani bosniaci
Tutte e tre le popolazioni sono riconosciuti politicamente come “popoli costitutivi”,ossia “non possono essere considerati come immigrati né come minoranze”.
Ma ciò nonostante i bosgnacchi, soprattutto in seguito alle guerre bosniache dei primi anni 90′,tra tutte quella guerra croato-musulmana (1992-1994) sono stati ridotti ad una minoranza nelle regioni della Bosnia in cui abitano.
Un popolo inutile, che andava assolutamente eliminato, come erano stati gli ebrei per i nazisti.
Da qui la la carneficina di Srebrenica del 1995, durante la quale furono uccisi 8mila bosniaci musulmani.
Uomini,donne,anziani, bambini: nessuno si salvò dalla furia degli uomini di Ratko Mladic e delle “Tigri di Arkan” di Zeljko Raznatovic.
(continua ….)