«Mi hanno violentato psicologicamente quando ero piccolo. Da quel momento in poi non ho più avuto la forza di reagire»

Queste sono le parole di C., 30 anni compiuti da poco, uno dei tanti Hikikomori Italiani, che spiegano il motivo di questa scelta di isolarsi.

I nuovi eremiti 2.0 : gli Hikikomori italiani e dipendenza da social

Come abbiamo detto precedentemente, la principale caratteristica degli Hikikomori è data dall’isolamento dalla vita quotidiana per richiudersi in una realtà tutta loro,rappresentata dalla loro stanza.

hikikomori_1 Hikikomori: quando la Rete ti prende la vita

Stanza in cui trascorrano ore, giorni,mesi, se non addirittura anni, senza mai uscirne; gli unici “svaghi” sono rappresentati dai fumetti manga, Internet e videogiochi.

L’Hikikomori vive unicamente online: trascorrere una vita sedentaria, dividendosi fra computer e fumetti, inverte il ritmo sonno-veglia, ordina il cibo online e lo consuma in isolamento.

hikikomori_5 Hikikomori: quando la Rete ti prende la vita

Tuttavia, non va confuso con la dipendenza da internet, seppure alcuni aspetti siano comuni (es. incapacità di avere rapporti umani nella vita reale); questo ha portato ad un’ampia discussione sul rapporto parossistico tra Hikikomori e web come causa o l’effetto della malattia.

Un dato è sicuro: la Rete può essere l’unico modo per curare gli Hikikomori.

E’ proprio attraverso Internet, infatti, che il terapeuta potrebbe entrare in contatto con questi ragazzi, ed aiutarli ad uscirne lentamente.

Conoscendo le loro storie, la loro inquietudine, anche attraverso le chat Hikikomori: vere e proprie chat in cui questi giovani dialogano, si raccontano.

Su internet è nata anche una comunità di accoglienza chiamata Hikikomori Italia. Inizialmente, era stato concepito come un blog, ma col tempo, e con il crescere del fenomeno anche nel nostro Paese, ha realizzato vere e proprie campagne di sensibilizzazione sul tema.

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