Chi l’avrebbe mai detto che saremmo entrati preparati su tutta la storia dell’opera, su Cajkovskij e sulle coreografie possibili ed immaginabili, per uscire dal teatro poi, con la bocca aperta senza riuscire a pronunciare parola per più di mezz’ora?
Inaspettato, coinvolgente, commovente. Sono queste le sensazioni che i hanno pervaso il 29 dicembre 2017 in quel di Pesaro dopo aver assistito ad uno degli spettacoli più completi e ben recitati mai visti sinora.
Il lago dei cigni è sicuramente l’opera più celebre nella storia del balletto, ma la maestria dei ballerini del Balletto di Mosca “La Classique” sono riusciti a render attuale una composizione datata alla fine del 1800.
Nonostante le due ore di opera fossero esclusivamente coreografate, i gesti, le movenze, lasciavano intendere tutto senza alcun indugio e la storia d’amore tra il principe ed Odette è riuscita davvero ad incantare tutti, compresi i tanti bambini che abbondavano tra le file della platea del teatro Rossini, che al termine dell’opera, ha omaggiato i ballerini in scena con una standing ovation infinita.
Tutto è stato perfetto, ogni minimo particolare trovava sul palco la propria collocazione, e in uno spettacolo in cui anche solamente un gesto rivoluziona il significato della scena, questo aspetto appare essenziale per la comprensione. “La Classique” di Mosca si è dimostrata ampiamente al di sopra della propria fama, e definirli i migliori al mondo pare riduttivo. Soprattutto considerando che, a qualche giorno di distanza dallo spettacolo, nella mia mente rimangono scolpite le movenze e le danze che hanno accompagnato la trama de “Il Lago dei Cigni”. Sognare ad occhi aperti quegli eccezionali passi di danza, riascoltarne in lontananza le musiche, rivivere ogni magico attimo di quelle due ore, ogni giorno. La magia di quella fiabesca danza si è fusa con corpo e mente, e credo mi accompagnerà anche nei prossimi mesi.
Per organizzare e mettere in scena “Il lago dei Cigni” è necessaria un’organizzazione al di sopra di ogni crisma conosciuto, e la collaborazione tra “La Classique” ed il Teatro Rossini è riuscita in un vero e proprio miracolo, con eccezionali cambi di scenografie e musiche magistralmente riprodotte. La suggestività del luogo, inoltre, trasportava direttamente gli spettatori al 1800, e se non fosse stato per colpa di qualche flash di troppo (demerito, purtroppo, di qualche cafone infiltrato nel pubblico) avrei completamente dimenticato di trovarmi a poche ore dallo scoccare del 2018. Un connubio suggestivo, accompagnato da coreografie al limite dell’umana esecuzione e musiche incalzanti.
“Il lago dei Cigni” si è rivelato un successo senza eguali o precedenti, il modo perfetto di concludere, in bellezza, un anno di spettacoli. Sono certa che, nella nuova stagione che avanza, il Teatro Rossini sarà perfettamente in grado di mantenere questo elevato standard di qualità e, se le rappresentazioni rimarranno su questi livelli, questo magnifico monumento nel centro di Pesaro potrebbe elevarsi tra i più importanti templi europei dell’Opera e del Teatro.