La storia di una piccola terra in mezzo al mare, “rifugio di terrore” per molti ribelli
Goli Otok: una piccola “isola del terrore” in mezzo al mare.
Ancora abbiamo nel cuore i drammatici ricordi suscitati dalla “Giornata della Memoria”, ma sono tanti gli episodi di terrore di cui è disseminata la storia.
Alcuni di questi sono “piccoli segreti” che spesso si tendono a sotterrare,dando la colpa alle circostanze, magari della guerra, magari degli atti sanguinari di un tiranno.
E negli anni immediatamente successivi alla fine della seconda guerra mondiale, Josip Broz, in arte Tito, lo era; forse definirlo un “Hitler slavo” è un pò esagerato, ma poco ci manca.
Prima alleato di Germania ed Italia, diventa loro nemico e scatena la sua ferocia, soprattutto nei confronti di quest’ultima, con quelli che ricordano tutti come i “massacri delle foibe” .
Ma nel 1948, anche la Russia, al cui governo era ispirato il suo regime, divenne presto uno stato nemico ; la “colpa” : l’esclusione della Jugoslavia dal Cominform, l’Ufficio d’informazione dei partiti comunisti.
Ma questo “schiaffo morale”,tuttavia sembrò non abbattere Tito, al contrario, lo rese ancora più forte. E così il “comunismo slavo” cominciò la sua ascesa.
E chi era ancora “legato” al comunismo sovietico e allo stalinismo? Semplice, andava “rieducato” al nuovo comunismo jugoslavo targato Tito. Come?
L’idea nasce da un’isola, quella appunto di Goli Otok.
L’isola di Goli Otok (in italiano “Isola Calva”) è una piccola isola della Croazia nel mare Adriatico, situata a 3,3 km dal litorale croato; il nome “isola calva” le venne attribuito per l’aspetto alquanto spoglio, nudo (infatti viene anche chiamata in italiano “Isola Nuda”).
Insomma, un’isola anonima, molto “insospettabile”: l’ideale per il progetto rieducativo dei “dissidenti” voluto da Tito. Aggiungendo anche il clima inospitale ( freddissimo in inverno, bollente d’estate).
E fu così,quasi per caso, che il progetto del “lager di GolI Otok” ebbe inizio. Un’apparente cava d’estrazione di marmo per l’opinione pubblica.
Un vero e proprio “gulag” riservato agli oppositori del regime,che cominciarono ad essere deportati a partire dall’ 9 luglio 1949 per costruirlo: questo fu solo l’inizio.
La seconda fase del processo di “rieducazione” titina fu quella più dura, caratterizzata da lavori sempre più duri, dovuti alla rapida espansione del campo, e dalle prime torture.
Con il tempo si estese anche il tipo di prigionieri destinati al lager di Goli Otok: non solo dissidenti jugoslavi, ma anche comunisti di altri paesi: montenegrini, serbi, macedoni, bulgari, ma anche molti comunisti italiani.
Uno di questi, Mario Bontempo, prigioniero nei lager nazisti prima e nel gulag jugoslavo dopo, disse :
“Meglio un mese a Dachau che un’ ora a Goli”
“Il peggiore supplizio era la fame. Una fame nera che non dava tregua, e che ti faceva perdere il lume della ragione, portandoti al degrado umano più totale: senza più coscienza, senza più inibizioni, senza più rispetto per te stesso” sono invece le parole di Sergio Borme, sopravvissuto.
Poi arrivò l’ultima fase, dall’inizio del 1954 al novembre 1956,anno di chiusura ufficiale del campo. Un incubo, come i campi di concentramento nazisti, rimasto nascosto per anni, emerso solo nel 1992.
Fu definita “una delle più terribili prigioni in Europa dopo la Seconda guerra mondiale”, l’ “isola dei dannati”.
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