Paura delle “nuove generazioni”
Le baby gang : giovani che mettono paura, una problematica sociale in crescita.
All’apparenza sembrano piccoli gruppi di ragazzi e ragazze che riuniscono sostano in punti di viali o strade delle città per ridere e scherzare. Ma negli ultimi tempi dietro quelle risate ci sta una violenza gratuita.
Sì,gratuita, senza motivo: è questo che contraddistingue le baby gang.
Questi ragazzini sembrano annoiarsi sempre, non trovare mai qualcosa di creativo o costruttivo a cui dedicarsi,oppure non si sentono considerati a sufficienza dalla società.
Questo li porta a “sfogare” la loro frustrazione sugli altri, per lo più persone sole, indifese, come barboni, mendicanti, ragazzine fragili.Oppure si accaniscono contro chi li “provoca”, anche se per loro la provocazione può essere solo un sguardo di sfuggita.
E proprio quella della frustrazione-aggressione è una delle teorie all’origine delle baby gang secondo un punto di vista dei criminologi.
Come accennato sopra, le baby gang aggrediscono senza motivo: una volta “scelta la vittima” si approcciano ad essa, anche con un motivo stupido (che può essere, ad esempio, una strattonata), ma tale da generare uno scontro. Inizialmente verbale, poi anche fisico, in modo da “generare nella vittima una situazione di terrore e panico”.
Una situazione ribattezzata moral panic dai mass media, i quali rivestono un ruolo chiave nell’ enfatizzare i singoli episodi di cronaca legati alle baby gang.
Un fenomeno di cui sempre più spesso i genitori di questi ragazzotti sono all’oscuro, perchè non pensano che il loro figlio/a si ritrovi con gli amici per bullizzare e fare violenza contro altri, ma che davanti al fatto compiuto chiedono aiuto a polizia e forze dell’ordine.
Ma come abbiamo detto in precedenza, alla base di questo fenomeno, a detta anche di molti psicologi, vi è innanzitutto delle problematiche di tipo psicologico, che il “bulletto” tiene dentro di sè oppure esplica all’esterno, ma esclusivamente in modo violento, riversando la rabbia verso gli altri.
Rabbia per i motivi più svariati: un’attenzione in più da parte dei genitori che viene a mancare, una delusione amorosa, un torto subito a scuola.
Inoltre vi è una perdita totale di contatto con le regole sociali, che questi ragazzi “ribelli” tendono a non seguire.
Quindi, sì a rafforzare polizia e forze dell’ordine, ma un contributo dev’essere dato anche dalle famiglie e dalla scuola.
Le prime devono ascoltare di più i propri figli, capendo i loro disagi, anche con l’ausilio di persone competenti.
La seconda dovrebbe fornire spazi di aggregazione e socializzazione, promuovendo alternative alla rabbia e al cinismo: educazione emotiva, percorsi di educazione al rispetto dell’altro e contro la violenza di genere, ma riproporre anche attività di socializzazione.
Sport, doposcuola, spazi protetti come i centri di aggregazione giovanile.
Abbassare l’età in cui si può essere perseguibili: giusto o sbagliato?
Allo stato attuale,l’art. 85 del Codice penale recita che “è penalmente imputabile soltanto chi possiede, al momento del fatto, la capacità di intendere e di volere”.
Da un punto di vista legislativo, inoltre, è previsto una normativa differenziata in relazione a tre diverse fasce d’età
- ultradiciottenni
- infraquatordicenni
- fascia d’età intermedia tra i quattordici ed i diciassette anni.
Al di sotto dei 14 anni, vale perciò una presunzione assoluta di non imputabilità penale.
Questo perchè non sono mai considerati capaci di intendere e volere, senza alcun margine di prova contraria.
Ma negli ultimi anni questo “margine” sembra essere sorto.
Spesso queste baby gang sono formate da ragazzini anche di età inferiore ai 14 anni, ma perfettamente consci e consapevoli delle loro azioni criminose.
Da qui l’idea di alcuni candidati alla Camera, tra i quali Francesca Gambarini (iscritta al collegio plurinominale di Piacenza,Parma e Reggio Emilia), di abbassare l’età in cui si può essere perseguibili penalmente.
Questo perchè , come recita la stessa Gambarini in una sua nota, “Purtroppo abbiamo a che fare troppo spesso con piccoli delinquenti in erba che, forti del fatto che non possono essere puniti per la loro giovane età, pensano di poter fare ciò che vogliono”