Liberarci del superfluo
La famiglia che si allarga, un nuovo hobby, la suocera vedova che viene a stare da noi, la dieta, il guardaroba da rifare: ci sono tante occasioni e motivi per “ fare spazio ”. Non solo materiali, ma anche emotivi: perché spesso quando finisce una storia, o perdiamo una persona cara,vogliamo “fare spazio” a sentimenti nuovi, più positivi.
In ogni caso, urge fare ordine: dobbiamo liberarci di ciò che ci opprime. Il decluttering appare quindi l’unica soluzione praticabile.
Ma cos’è esattamente il “decluttering”?
Il termine inglese “decluttering” deriva dall’omonimo verbo “To declutter” che non significa solo riordinare ma letteralmente indica l’azione di fare spazio, eliminando ciò che risulta ingombrante.
Quante volte ci è capitato, aprendo l’armadio, di imbatterci in caterve di abiti mai messi o di accumulare sulla scrivania carte, riviste e giornali? Per non parlare dei cassetti stracolmi o delle borse che custodiscono mondi sconosciuti persino alle loro proprietarie? Il superfluo e l’inutile ci invadono. Rischiamo di essere letteralmente fagocitati da ciò che non ci serve.
Il decluttering si associa in tal senso allo “space clearing”, nella definizione dell’arte di liberarsi del superfluo per vivere meglio, distaccandosi da oggetti che evocano ricordi spiacevoli e che ci legano eccessivamente al passato.
A quanti di voi sarà capitato, crescendo, di dover “ fare spazio ” nella propria stanza ai libri universitari, e quindi essere costretti a liberarci di cose a cui siamo legati, anche se siamo consapevoli che non ci saranno più utili?
Mettere ordine nel proprio angolino è un’operazione complessa dai risvolti psicologici interessanti.
Questo gesto all’apparenza semplice infatti permette di tenere a distanza non solo l’inutile ma anche i ricordi associati ad esso.
Nel momento stesso in cui eliminiamo l’indesiderato, allontaniamo infatti una fonte di stress e di frustrazione lasciando spazio all’inatteso e nuovo.
(continua nella pagina seguente)
Eliminiamo l’inutile
Ciò da cui non riusciamo a liberarci è legato spesso ad un passato o momenti da cui però bisogna svincolarsi. Solo in questo modo infatti nuova linfa vitale può essere data alla creatività, alla progettualità e alle idee. Solo così nuovo impulso può essere dato alla nostra vita.
In che modo possiamo far spazio al nuovo rinunciando all’eccesso?
Le parole chiave del decluttering sono principalmente 3: Pianificazione,Moderazione e Risolutezza: scopriamole insieme.
PIANIFICAZIONE
Il delcuttering diventa efficace se ci si concentra sugli spazi da riordinare e sugli oggetti da eliminare; per far questo, un’ottima soluzione è armarsi di carta e penna ed elaborare una strategia di azione appropriata.
MODERAZIONE
Se siamo impulsivi a riordinare quanto lo siamo stati ad “accumulare” il decluttering ha poco senso: quindi non è necessario riordinare ed eliminare l’inutile nell’arco di una giornata. Diamoci il tempo giusto. Non sempre è facile dire addio ad un oggetto che ci ha accompagnato per tanto tempo.
RISOLUTEZZA
Una volta scelto ciò che va ascritto alla categoria del superfluo, ELIMINARLO SENZA SE E SENZA MA, donandolo ad altri, vendendolo o buttandolo nella spazzatura.
Essere risoluti nel decluttering!
Una volta liberati di ciò che non serve acquisteremo una consapevolezza nuova: quella di poter ricominciare. Ad una condizione però: non riprendere ad accumulare perché noi siamo più degli oggetti che ci appartengono. Essi sono nostri ma non sono noi.
(nella pagina seguente…parliamo di “decluttering emotivo”)
Decluttering emotivo
Come abbiamo detto in precedenza, il “decluttering” è letteralmente fare spazio; non sempre però gli spazi da liberare sono materiali (stanze, armadio ecc..) ma spesso sentiamo la necessità di “fare spazio” nella nostra mente, nel nostro cuore.
Liberandoli da pensieri, paure, preoccupazioni, che spesso rimangono a rimuginare dentro di noi, portandoci a sensi di colpa, ripensamenti.
Anche emotivamente è possibile fare decluttering; l’esempio più classico: la fine di una storia in cui si ha investito tanto a livello di sentimenti.
Quante volte si arriva improvvisamente alla fine di una storia, come un fulmine a ciel sereno? Spesso, e lo dico per esperienza, non ci si riesce a fare una ragione della fine, del perché è finita, si pensa che sia uno scherzo del destino, e si spera in un ripensamento.
Un ripensamento che raramente arriva ,e nel caso la storia però non prende più la stessa piega.
Una fine che spesso ci porta a vedere la persona che si ha amato ovunque: un pensiero che va e torna,come un circolo vizioso dal quale non puoi, o forse non vuoi uscire.
Perché uscire si può, e il “decluttering emotivo” ci dà una mano. (ma anche la musica; vi consigliamo questi due video: [1] e [2])
I 5 consigli del “decluttering emotivo”
1) RESPIRAZIONE : dieci respiri profondi riconnettono conscio e inconscio; nel momento in cui diventa un’abitudine quotidiana, permette di osservare i propri stati mentali ed emotivi e approfondire la conoscenza di se stesse, premessa necessaria a scelte di benessere”.
2) CARTA E PENNA: analogamente a quello “materiale”, carta e penna è utile anche al decluttering emotivo: annotare la ripetitività dei vostri schemi mentali e dei vostri pensieri automatici
3) COLLEGARE I “PUNTI”: “Collegando i “puntini“ delle esperienze passate potrete individuare le vostre ‘autostrade note’, i percorsi che la mente tende a ripetere in presenza di cicli ancora aperti”
4) ALLENAMENTO EMOTIVO
5) RENDERE LE COSE PIU’ SEMPLICI : Semplificare le decisioni “di default” libera spazio mentale per ridefinire le proprie priorità.
SITOGRAFIA
http://www.unalettrice.org/2014/07/15/libri-e-decluttering/
http://www.margherita.net/moda/consigli/decluttering.html
http://www.lifeme.it/2014/11/declutteringlarte-di-far-spazio-e-cosi-html/