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La visione della donna negli anime e nei manga

ranma-4-320x311 La visione della donna negli anime e nei manga
La visione della donna, nelle opere di cultura nipponica, molte volte differisce a seconda del tipo di manga che abbiamo davanti. Vi sarà sicuramente capitato di notare la differenza di come viene trattata la figura femminile in un manga shounen o in uno shoujo. O uno shounen-ai/yaoi.
Il primo motivo per cui c’è differenza tra il primo e il secondo (gli shounen e gli shoujo, per chiarire), è il pubblico a cui sono indirizzati.
Gli shounen sono prettamente per un pubblico maschile, con protagonisti personaggi maschili, buttati in un sacco di avventure rischiose, impelagati in arti marziali, atti quindi a narrare avventure non proprio idonee a una protagonista femminile, che trova maggiore spazio negli shoujo. Vediamo come la figura femminile assume importanza in manga come Sailor Moon, Card Captor Sakura, Kodomo no Omocha (più famoso con il titolo dell’anime: Rossana).
Ad esclusione dell’ultimo, una commedia sentimentale a tratti drammatica ambientata in un contesto scolastico, vediamo che gli altri due sono manga di azione e combattimento dove la figura della donna acquisisce importanza.
Forse Sailor Moon è uno dei pochi anime/manga di combattimento dove vediamo protagoniste più figure femminili. Naoko Takenouchi è stata brava a non renderle delle Mary Sue, caratterizzandole con molti pregi quando sono delle guerriere e con difetti plausibili quando vivono la loro vita quotidiana. Questo connubio fa si che si hanno delle protagoniste realiste, né dei personaggi femminili “di secondo piano” come avviene negli shounen, né delle “paladine dei pregi tutte perfette” in cui nessun lettore/spettatore si rispecchierebbe.
Lo shoujo d’azione, come ho detto poco fa, comprende anche Card Captor Sakura – tra gli esempi che mi sono venuti in mente – dove abbiamo lo stesso concetto di protagonista femminile, eroina quando cerca le Carte, e una normale ragazzina con pregi e difetti nella vita quotidiana.
Anche nei manga dove le protagoniste non hanno superpoteri, spesso vediamo protagoniste ben delineate, ma sono sempre shoujo: Yukino di Karekano (Le situazioni di Lui e Lei) è il classico esempio di diversità tra facciata di apparenza e sostanza nella realtà.

E arriviamo così al tasto dolente, gli yaoi o shounen-ai. Un genere manga scritto da donne per donne, ma che di femminile non ha alcunché. Protagonisti i ragazzi, coprotagonisti e comparse sono sempre personaggi maschili. In manga come Il tiranno innamorato, BrotherxBrother e Ten Count, sinceramente parlando, non mi ricordo di figure femminili di spessore. Scritti da donne per donne, distruggono la figura femminile in tutti i sensi.

Fonti immagini
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