Dal 1997, sette libri, otto film, milioni di appassionati e una storia d’amore senza fine.
Non importa se non si ha mai letto i libri o visto i film: se si fa parte della generazione anni ’80-’90 è impossibile non conoscere la fortunata saga di Harry Potter, avendone sentito parlare almeno una volta.
Per coloro che sono devoti invece, è stata (ed è tutt’ora) un’esperienza unica e completa; un mondo visibile e parallelo al nostro la cui magia, tra marketing, sequel, prequel e nuove edizioni dei libri, è sempre con loro.
Gli amanti del maghetto con gli occhiali, che ogni 1° settembre attendono puntualmente la loro lettera per Hogwarts (per poi inventare fantasiose scuse per il mancato arrivo), sono sempre abbagliati e fantasiosamente bombardati dai prodotti riportante il nome di Potter. E con la creazione del parco a tema a Orlando (Florida), il tour sul set ai Warner Bros Studios di Londra e l’anniversario dei vent’anni dell’uscita del primo libro, i Potterheads hanno la possibilità di stare perennemente nel magico mondo creato dalla brillante penna della sua autrice J. K. Rowling.
Nonostante la trama possa risultare banale – c’è un protagonista buono aiutato da altri buoni, che deve sconfiggere l’antagonista –, è tutto il resto a sorprendere e catturare il lettore: citazioni letterarie, presenze e collegamenti storici, valori che dovrebbero essere insegnati a tutti i bambini, elementi che collegano tutti e sette i libri, dal primo all’ultimo.
Non c’è da sorprendersi se è diventata la saga più letta di tutto il mondo: quella di Harry Potter è la storia più strabiliante che sia mai stata scritta.
Ma qual è esattamente il suo segreto? Sicuramente i due ingredienti principali, molto semplici, ma perfettamente complementari, hanno contribuito notevolmente al successo della saga: un’ambientazione in cui tutti vogliono andare a vivere, e personaggi che rispecchiano ognuno di noi. Proseguendo con la lettura, infatti, si ha la sensazione di aver provato le stesse emozioni dei protagonisti, con la triste consapevolezza di non poterle vivere. E la magia sta proprio nel fatto che ogni personaggio, buono o cattivo, insegni qualcosa: l’importanza dell’amicizia, dell’amore, che sia materno o quello “tradizionale”, la necessità di essere amati e di amare, la lealtà.
Un’altra caratteristica che rende la storia unica e indimenticabile è la presenza di un linguaggio proprio che, inevitabilmente, è andato a mescolarsi con quello dei fan più accaniti (da “Sei un babbano”, a “Ti si è annodata la bacchetta?”); un lavoro senza dubbio difficile per i traduttori che però sono riusciti egregiamente nell’opera. Inventare una lingua è certamente un grande segno di capacità narrativa.
La saga di Harry Potter offre inoltre numerose connessioni agli eventi storici nella realtà e personaggi di letteratura. Voldemort, l’antagonista, che rastrella Babbani, persone senza poteri magici, e Mezzosangue, maghi con uno o entrambi i genitori Babbani, perché considerati di “razza non pura”, vi fa pensare a qualcuno in particolare? Considerando anche il fatto che lui stesso era un Mezzosangue, avendo solo la madre strega. E il personaggio di Harry fa inevitabilmente pensare al Fanciullino di Pascoli, agli orfani di Dickens, e ad Alice, buttata in un nuovo mondo nel quale cerca di trovare il proprio ruolo.
Harry Potter dal 1997 appassiona milioni di lettori, avvicina all’immenso mondo dei libri grandi e bambini, risultando davvero una storia interminabile.
Fonti foto:
newsweekpakistan.com
TuttinFiera