Massimiliano Russo ci racconta il suo “Transfert”
E’ sempre incoraggiante quando i sogni di giovani talenti si realizzano. Stavolta, il sogno che vi raccontiamo è quello di Massimiliano Russo, giovane regista e sceneggiatore catanese. Massimiliano è laureato in lettere moderne all’università degli studi di Catania, ed è fondatore del Change of(he)art, società per la produzione e distribuzione cinematografica. Manca poco al suo esordio sul grande schermo con “Transfert”, thriller psicologico che già ha conquistato il pubblico nell’anteprima al Rome Web Festival, ottenendo anche otto statuette al concorso per film indipendenti “Oniros Awards”. Noi di The Web Coffee ci siamo fatti raccontare da Massimiliano qualcosa sul film e sul suo percorso da regista esordiente.
Come sei arrivato alla realizzazione del tuo primo film e qual è stato quindi il percorso che ti ha portato fin qui?
Sicuramente tanta gavetta. Ho avuto da sempre questo obiettivo, anche quando andavo al liceo, ed ho studiato tanto per arrivarci.
Transfert è un thriller psicologico che indaga l’inconscio della mente umana, che tipi di legame hai tu con la psicologia e perché hai deciso di affrontare una tematica simile?
La psicologia mi ha sempre affascinato: ho diversi amici psicoterapeuti e spesso li “Infastidivo” chiedendogli cose riguardo la loro professione. Piano piano poi si è delineata una trama abbastanza corposa, accompagnata da una fase di studio che ha portato alla nascita della sceneggiatura di Transfert.
Cosa ci puoi dire sul protagonista del tuo film e cosa ci dobbiamo aspettare (o non aspettare!) da Transfert?
Il protagonista del film è un giovanissimo psicoterapeuta alle prese con i suoi primissimi pazienti con problematiche molto particolari. Transfert è un thriller psicologico, quindi è un film pieno di colpi di scena e punti di rottura. È un film che nella prima parte tenta di disorientare molto lo spettatore e che spera di sorprenderlo nella seconda.
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Transfert ha già vinto prima dell’uscita, 8 statuette agli Oniros Awards, concorso che premia i film indipendenti di tutto il mondo. Ti aspettavi un’accoglienza simile e come ci si sente dopo un traguardo del genere?
Non ci aspettavamo un’accoglienza tale, siamo già sulla decina di premi. Se devo essere sincero in realtà, all’anteprima nazionale del film, al Roma Web Fest, ci siamo resi conto di due cose: l’affluenza in sala è stata enorme, e il riscontro del pubblico e della critica è stato molto positivo. Durante la prima proiezione ci siamo quindi resi conto che il film poteva essere un prodotto dalla forte presa e dal notevole impatto sul pubblico.
Cosa significa il cinema per te e qual è la tua ispirazione cinematografica?
Sicuramente sono tanti i registi che mi hanno ispirato, perché se sogni di fare questo lavoro significa che guardi tanti film. Quelli che sicuramente hanno avuto un grande impatto sulla mia formazione sono stati Kubrick, Milos forman, Cristopher Nolan.
Cosa ti sentiresti di dire a quei ragazzi che provano ad emergere nel mondo della produzione cinematografica?
Gli direi di avere una forte motivazione alle spalle perché nulla è impossibile, ma il percorso è molto lungo e faticoso. Se non sei sorretto da questa fortissima motivazione è molto comune che si lasci perdere questa strada. Non è un lavoro molto remunerativo per la quantità di tempo che devi impiegare, non soltanto nel cinema indipendente. E’ un lavoro in cui non ci sono ferie, quindi devi avere uno stomaco forte perché capiterà di vivere situazioni difficili e poco chiare. Il mio consiglio quindi è: se avete la motivazione e la convinzione di volerlo fare, proseguite senza aspettarvi che qualcuno vi dia qualcosa.