Paris Fashion week. Musée Rodin,due parole chiave,Sessantotto e Femminismo: le modelle della maison Dior sfilano tra stampe “women’s rights are human rights” su poster multicolore, al grido di “C’est non, non, non et non!”, in un clima che sa di libertà e auto-affermazione.
La collezione Autunno Inverno 2018/2019 disegnata dalla Direttrice creativa della casa, Maria Grazia Chiuri, ci ricorda, a cinquant’anni di distanza, le tre R (ribellione, rivoluzione e rinascita) che cambiarono la vita delle giovani nel Sessantotto. La scelta deriva dal fatto che per la creatrice, la moda, così come l’arte, non può prescindere dai cambiamenti politico-sociali del Paese.
E visto che “a ciascuno la propria arte”, l’azienda di moda ci racconta gli anni delle proteste con una serie di stupefacenti uscite in passerella: pullover e pellicce extra large, gonne e pantaloni in pelle, abiti floreali dalle trasparenze evidenti e dai colori vivaci.
Protagonista indiscusso della collezione? Il patchwork, of course! Abiti, pantaloni e giacche, una vera e propria rivolta di colori!
Non dimentichiamo gli accessori che hanno dominato per l’intera sfilata: il Gavroche, occhiali da sole dalle dimensioni maxi e borse a tracolla super strong.
La donna di Dior è sensuale, grintosa, divertente e provocatoria.
Il Sessantotto e gli anni delle rivendicazioni di genere vengono attualizzati e cuciti su misura per le donne del nostro tempo, giovani alla ricerca di indipendenza e attente a non dimenticare ciò che è stato acquistato con fatica e che rivendicano ciò che spetta loro di diritto. Donne che vogliono conquistare il mondo!
Un invito, quello della maison francese, a prendere atto di un mondo femminile in continua trasformazione, che passa attraverso un uragano di colori e tessuti.
Da Dior oggi come ieri, da Yves Saint Laurent a Miuccia Prada e molti altri stilisti e creativi, tutti sembrano essere concordi nell’affermare che … “Tutti/e dovremmo essere femministi/e”.
Federica Siddi