È arrivata finalmente la notte più brillante dell’anno. Ieri, 4 marzo, si è svolta, al Dolby Theatre di Los Angeles, la novantesima edizione degli Oscar Academy Awards. Alcune sorprese e grandi attori che hanno finalmente ricevuto i giusti riconoscimenti.
Alle 2 di notte, in Italia, inizia finalmente la novantesima edizione di questi Oscar 2018. È stata una cerimonia importante sia per l’anniversario compiuto dalla manifestazione, ma anche per il tema politico molto presente. Tutti ci aspettavamo dei riferimenti al caso Weinstein, che viene subito citato nel monologo iniziale del presentatore e comico Jimmy Kimmel, che non si è limitato nella forma:
“L’Oscar è l’uomo ideale: tiene le mani a posto, non dice mai cose fuori luogo e soprattutto non ha un pene”
Quest’edizione degli Oscar è stata la prima dopo lo scandalo ad Hollywood. Molti riferimenti al movimento MeToo e Time’s up. A differenza dei Golden Globe e dei BAFTA, le donne non hanno indossato esclusivamente il vestito nero, anzi, si sono presentate con vestiti variopinti, ma diverse star hanno comunque indossato spillette a favore di essi.
Ma passiamo finalmente ai trionfatori di questa serata. Molte delle vittorie erano state previste dai bookmaker e non c’è stata nessuna particolare sorpresa, ma solo grandi soddisfazioni.
Partiamo subito dalla ciliegina sulla torta: l’Oscar per il Miglior film è andato a The Shape of Water di Guillermo Del Toro, che concorreva con Chiamami col tuo nome, The Post, Tre Manifesti a Ebbing, Missouri, Dunkirk, Il filo nascosto, Get Out, L’ora più buia e Lady Bird.
Del Toro, in veste anche di produttore del film, riceve la statuetta più ambita per la favola moderna che ha incantato tutti e che si combatteva la vittoria prevalentemente con Tre Manifesti a Ebbing, Missouri, secondo i bookmaker.
L’annuncio della vittoria viene dato da Warren Beatty e Faye Dunaway, protagonisti del disguido dello scorso anno con i film La La Land e Moonlight. Ma stavolta, nessuno sbaglio, il vincitore è proprio The Shape of Water. Nonostante ciò, il regista messicano controlla la busta col nome del vincitore per assicurarsi della sua vittoria.
Del Toro, visibilmente emozionato, nonostante fosse dato per favorito afferma:
“Questo premio lo dedico ai giovani registi di tutto il mondo che ci mostrano come fare le cose e a tutte le persone che usano l’immaginazione e i sogni per parlare del mondo. Io ero un bambino, guardavo i film e pensavo che mai sarebbe successa una cosa del genere”.
Anche il premio per la Miglior Regia va al regista messicano, che aspetta l’Oscar da anni e dopo 3 nomination, riesce ad ottenerlo, battendo rivali eccellenti come Spielberg, Nolan, Anderson, Gerwig e Peele.
The Shape of Water vince anche i premi per miglior colonna sonora e migliore scenografia, battendo la nostrana Alessandra Querzola in lizza per la scenografia di Blade Runner 2049.
L’Oscar per il Miglior attore protagonista va finalmente a Gary Oldman, protagonista de L’ora più buia, nei panni di Winston Churchill, che vince il premio che rincorre da anni, battendo Daniel Day-Lewis, alla sua ultima interpretazione.
Miglior attrice non protagonista va a Allison Janney per il ruolo della madre nel film Tonya. Anche qui i bookmaker davano per vittoriosa la Janney, che comunque rimane sorpresa della vittoria e ringrazia sé stessa nel discorso di ringraziamento. La Janney era alla prima nomination.
Il premio per Miglior attore non protagonista va a Sam Rockwell, anche lui alla prima nomination agli Oscar. Vince per il ruolo di poliziotto con problemi di alcolismo e violenza in Tre Manifesti a Ebbing, Missouri, battendo anche il suo “compagno di squadra” Woody Harrelson, nella stessa categoria, sempre per lo stesso film.
Miglior sceneggiatura non originale viene vinta da James Ivory con Chiamami col tuo nome, portando un pezzetto d’Italia sul palco degli Oscar.
Sorpresa, invece, per la miglior sceneggiatura originale che viene vinta dall’esordiente Jordan Peele per Get Out, diventando il primo autore di colore a vincere l’Oscar in questa categoria.
Gli altri premi assegnati
Miglior film straniero per il cileno Una donna fantastica, Miglior film d’animazione per il disneyano Coco, che vince anche nella categoria Miglior canzone con “Remember me”.
Blade Runner 2049 vince nella categoria di Miglior fotografia e Migliori effetti speciali, Dunkirk vince tre premi tecnici per Miglior montaggio, Miglior sonoro e Miglior montaggio sonoro. I Migliori costumi vengono assegnati a Il filo nascosto ed il Miglior trucco e acconciatura viene vinto da L’ora più buia.
Per finire, il Miglior documentario viene vinto da Icarus, il Miglior cortometraggio documentario è Heaven is a Traffic Jam on the 405, Miglior cortometraggio va a The Silent Child e Miglior cortometraggio d’animazione va a Dear Basketball di un visibilissimo commosso Kobe Bryant.
Per ultima, ma sicuramente non per importanza, l’immensa Frances McDormand. Vince il premio per Miglior attrice protagonista in Tre Manifesti a Ebbing, Missouri. Nonostante anche lei fosse data per sicura vincitrice nella categoria, data anche la vittoria nei precedenti Golden Globe e BAFTA, è visibilmente emozionata e commossa. Non può che far strappare un sorriso (ed anche una lacrima di commozione) a tutte le persone in sala ed a chi guarda da casa.
Il suo discorso di ringraziamento è il più originale della serata e porta un brivido agli spettatori. Soprattutto quando chiede a tutte le donne in sala di alzarsi, chiedendo anche a Meryl Streep di farlo, così che tutte possano emularla. La McDormand fa un discorso ispirante alle donne ed a tutti quanti, incarnando il vero femminismo, che lei porta avanti da anni, coi suoi ruoli femminili forti.
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Questa novantesima edizione degli Oscar, forse non è stata tra le più sorprendenti, ma sicuramente ha ispirato tutti quanti. Ha portato alla vittoria storie diverse. Attori che provavano da anni a stringere quella statuetta e che solo ieri ci sono riusciti. Il tema portante della serata, però, è stato la diversità, di etnia, di sesso di religione, d’idee. Il messaggio che questi Oscar ci lasciano è quello di abbattere le barriere ed essere liberi di diventare chiunque e fare qualsiasi cosa.
Fonti immagini:
Jonica Radio
International Business Time
The Himalayan Times
Deadline
Vanity Fair
Cosmopolitan