Il fenomeno mondiale che è l’animazione giapponese porta in occidente tanto di una cultura così lontana dalla nostra, ma anche tante paure. Moltissime volte i cartoni animati giapponesi sono stati accusati di essere diseducativi per i bambini occidentali, questo perché contenenti riferimenti sessuali espliciti. Sono davvero pericolosi per i nostri bambini?
Quali Anime arrivano ai nostri figli?
Per parlare di questo però sono doverose delle premesse, troppe volte la ricerca ossessiva dello scandalo dei nostri media ha trattato questo argomento in modo molto approssimativo e qualunquista. Non ho intenzione di fare lo stesso errore.
Per un’analisi corretta del problema non vanno presi in considerazione gli anime pornografici (Hentai). Non considererò nemmeno gli anime “Ecchi”: produzioni che sfruttano un erotismo molto esplicito, ma velato abbastanza da non poter essere considerato porno. Elimino questi due generi dal mio ragionamento perchè l’individuo che guarda queste serie è l’individuo che le ha cercate.
Se vogliamo parlare di educazione di bambini si presuppone che questi non abbiano ancora avuto a che fare con il mondo del sesso e che quindi non cerchino determinati prodotti.
Per migliorare ancora di più il campo di studio, visto che vorrei concentrarmi sui prodotti dedicati ai giovanissimi, focalizzerò le mie attenzioni solamente sulle serie animate che sono state proposte dalla televisione italiana durante le ore pomeridiane.
Su internet chiunque può cercare qualsiasi cosa e non credo sarebbe utile cercare risposte in Anime di nicchia che pochissimi bambini guarderanno.
Cambio di paese, cambio di target.
Per ottenere un maggior numero di interessati, le riviste di manga per ragazzi del sol levante, tengono in considerazione anche la presenza o meno di personaggi femminili nelle serie.
Dato che si parla si serie dedicate ad un pubblico maschile queste spesso si presentano con caratterizzazioni estetiche molto provocanti e stereotipate.
Dobbiamo inoltre considerare il fatto che la cultura del cartone animato giapponese è essenzialmente differente dalla nostra. Gli Anime che da noi vengono proposti alle masse di bambini di 8-11 anni sono in realtà concepiti per età dai 13 ai 18 anni. In Giappone vi è una gran quantità di anime anche dedicati alle età minori.
In Italia la scelta è talmente scarsa e la cultura dell’animazione talmente embrionale da proporre ai bambini gli Anime per ragazzi, a volte con alcune censure.
Nonostante ciò lo “scandalo sessuale” che si cela dietro questi generi di serie si limita quasi sempre a questo: bellissime ragazze che il protagonista carismatico potrà salvare o con le quali collaborerà.
Fairy Tail ovvero: l’anime per ragazzi medio.
Fairy Tail è stato trasmesso in italia nel 2016 su Rai4 alle 15:00, orario che lo rende chiaramente indirizzato ad un pubblico di minori.
In questa serie possiamo trovare il personaggio di Erza Scarlet: una donna guerriero. Durante le sue battaglie ella fa utilizzo di diversi tipi di armature che le conferiscono poteri particolari. Inutile dire che queste più di una volta lasceranno in vista molta pelle dell’eroina.
Tuttavia le belle forme della donna sono messe in secondo piano dalla tempestiva battaglia che si svolge pochi momenti dopo.
Il telespettatore si trova di fronte a due differenti stimoli di cui uno è chiaramente dominante: in primo piano vi è il tanto atteso scontro con il malvagio avversario.
Le scene dinamiche però, di tanto in tanto, verranno spezzate da scene statiche durante le quali Erza parlerà, o si riprenderà dalle ferite. In questi casi la regia può proporre angolazioni che mettono in risalto il bel corpo della donna, ma che saranno quasi subito interrotte dalla nuove serie di scene di combattimento.
Non viene proposto un prodotto erotico, ma in un prodotto di natura differente nel quale vengono inseriti elementi di sessualità.
Una sessualità velata sia dal contesto (la battaglia) che dalla particolare scena (le parole o i pensieri del personaggio) in cui questa appare.
L’incontro tra culture e lo scontro di ideali.
Il fatto che i cartoni animati giapponesi siano così lontani dalla nostra cultura permette ai media di trovare lo scandalo anche dove esso effettivamente non c’è, o amplificare a dismisura realtà in principio limitatamente sconce.
A questo proposito, ogni volta che un nuovo servizio viene proposto dai programmi italiani, una massa di appassionati si muove a difesa del proprio baluardo. Per controbattere alle testimonianze esagerate degli avversari, questi, eliminano totalmente il problema ed attaccano la disinformazione in modo aggressivo e inappropriato.
Il progressivo arrivo di serie nipponiche in occidente è uno degli infiniti segni della globalizzazione che stiamo vivendo.
Globalizzazione che va accolta con rispetto ed informazione nei confronti delle altre culture, ma anche con rispetto per le opinioni di coloro che, naturalmente, si schiereranno contro l’avvento di esse.
Imperversano battaglie inutili tra due forze opposte, due identità differenti, ma identiche sotto un punto di vista: la mancanza di RISPETTO. Senza di esso saremo ancora per molto tempo destinati alla confusione più totale.
Come può un genitore che di Anime non ha mai sentito parlare capire quali siano i reali pericoli a cui i bambini si espongono? Di chi dovrebbe fidarsi?
L’erotismo è ovunque, come proteggerli?
I cartelloni per le strade, le immagini nei negozi, le locandine dei film, le copertine dei video di youtubers, tutti usano temi sessuali anche molto più espliciti per attirare attenzione, tutto sotto gli occhi attenti dei piccoli osservatori.
La molteplicità di settori dai quali i bambini potrebbero cogliere dei riferimenti al mondo erotico è veramente ampia. Questo però non giustifica nessuno di essi, rende solo la tanto decantata e discussa sessualità presente negli Anime per ragazzi una goccia nel mare.
I bambini di oggi rischiano ogni giorno di cominciare prematuramente a conoscere il mondo che i genitori tentano di censurare loro.