Una donna viene investita da un’auto senza conducente e muore poco dopo.
Questo succede nella notte tra domenica 18 marzo e lunedì 19 a Tempe, in Arizona. Uber sotto accusa.
Una vicenda che ci ricorda un episodio della distopica serie britannica “Black Mirror”.
Nella notte tra domenica 18 marzo e lunedì 19 a Tempe, sobborgo di Phoenix, nello stato dell’Arizona, una donna di 49 anni, Elaine Herzberg, viene investita mentre attraversava la strada trasportando la sua bici a mano, fuori dalle strisce pedonali.
Alla guida dell’auto non vi era nessuno.
O meglio, alla guida c’era Rafaela Vasquez, quarantaquattrenne, ma in quel momento nessuno stava toccando il volante, poiché era stata impostata la guida autonoma.
La vettura era un Suv Volvo del 2017 con tecnologia AutoPilot di Uber.
Il sistema AutoPilot è in grado di tracciare e controllare la traiettoria della vettura, calcolando anche i possibili ostacoli, come pedoni o altri veicoli, grazie ai sensori ed alle telecamere. Ma in questo caso l’autista ha spiegato che la donna è sbucata come un lampo ed era quindi inevitabile l’impatto.
Le auto con guida autonoma non sono ancora sul mercato, ma molte società stanno conducendo test su strada. In alcune città americane possiamo trovare i Suv di Uber, le auto di Google e quelle di Tesla ed Apple, ma anche Samsung, che sta iniziando a sperimentare in Corea del Sud.
Circa un anno fa ci fu un incidente molto simile, sempre a Tempe, nel quale un Suv AutoPilot aveva colpito un’altra macchina e si era ribaltata. Nessuno era rimasto ferito, perciò le sperimentazioni erano ripartite. In questo caso la responsabilità era stata dell’altro guidatore.
Ma si tratta solo di uno di una serie di incidenti, più o meno gravi, rilevati solo nel mese di febbraio, circa 80 in tutto, in tutti gli Stati Uniti.
Per ora, Uber ha deciso di sospendere i test per le auto autonome e questo comporta un duro colpo per le aziende di auto con guida autonoma. Si realizza quindi l’incubo delle società di auto autonome: un’auto che, senza l’essere umano, uccide una persona.
L’incidente di Uber apre un lungo dibattito sulla tecnologia: è vero che la tecnologia sta bypassando l’uomo anche nelle azioni più comuni, come guidare un veicolo?
Sono stati girati centinaia di film sull’abuso della tecnologia e su come essa superi l’uomo.
Uno dei prodotti televisivi che ci riserva una spiazzante visione di un mondo in cui l’uomo ha sviluppato una tecnologia, che quasi lo supera in intelligenza ed autonomia è Black Mirror.
Black Mirror è una serie televisiva britannica prodotta da Charlie Brooker. È una serie antologica, in quanto episodi e personaggi sono diversi per ogni episodio. La fiction è ambientata in futuri ipotetici, ma s’ispira al mondo di oggi ed alle sue problematiche, da cui prende spunto per i suoi episodi, che regalano allo spettatore delle visioni di un futuro distopico, ma forse terribilmente vicino.
Tratta prevalentemente dell’introduzione di nuove tecnologie, specialmente nel campo dei media, che apparentemente aiutano l’uomo, ma che poi gli si ritorcono contro. Viene presentata l’assuefazione per le nuove tecnologie ed i loro effetti collaterali.
Ebbene, in una puntata dell’ultima stagione della serie, trasmessa su Netflix, intitolata “Crocodile” vi è un incidente con un furgoncino della pizza, a guida autonoma.
Ma non è l’unico caso nel quale la serie ha anticipato la realtà.
Nella puntata “Be right back” della seconda stagione, una donna perde il marito in un incidente stradale. Decide quindi di affidarsi ad un servizio online che permette alle persone di rimanere in contatto coi defunti, usando tutti i profili social media e messaggi online del defunto.
Ebbene, nel 2016 è divenuto possibile ridare vita ai morti grazie all’intelligenza artificiale. Usando un machine learning, un dispositivo che permette di replicare la personalità di chi lo usa e che permette di avere risposte anche da chi non c’è più, tramite una rielaborazione della personalità del defunto, tramite email e social network, proprio come nella serie britannica.
Per ultimo, forse l’esempio più inquietante.
La notizia è di pochi giorni fa: la Cina introdurrà il punteggio sociale.
Ma di che si tratta? Nel primo episodio della terza stagione, “Nosedive”, la protagonista vive in un mondo in cui chiunque può votare la popolarità degli altri con un massimo di cinque stelle, grazie alla tecnologia di telefoni intelligenti e lenti a contatto che permettono di visualizzare il nome ed il punteggio corrente di tutti. Il punteggio personale, però, non è solo un banale punteggio di popolarità, ma permette di accedere a certi benefici, a seconda dell’indice di gradimento.
In Cina, dal 2020, sarà introdotto un punteggio sociale a seconda di come si utilizzano i social network, ma anche dalla cronologia di navigazione alla regolarità nei pagamenti delle bollette e del mutuo, per stilare una lista di buoni e cattivi cittadini. Ogni cittadino ed ogni azienda avrà il proprio punteggio di credito sociale, sul quale si baseranno affidabilità e punizioni disciplinari.
Una serie televisiva che descrive un mondo distopico, ma troppo vicino alla nostra realtà, come possiamo vedere nelle ultime news dal mondo. La tecnologia sta prendendo il posto dell’uomo anche nelle azioni più semplici. Ed elementari. Possiamo sperare che la tecnologia non sovrasti l’uomo e che quest’ultimo capisca che vi è un limite invalicabile, da non sorpassare, per non avere conseguenze disastrose.
In attesa della quinta stagione di Black Mirror, possiamo solo sperare che tutte le previsioni non si avverino nella realtà, sperando in un futuro più roseo e meno angosciante di quello che la serie ci dipinge.
https://www.tpi.it/2018/03/20/cina-black-mirror-punteggio-credito-sociale/
Di seguito, il video dell’incidente del veicolo Uber:
Fonti immagini:
Il Sole 24 ore
The European journal
La Repubblica
Cosmopolitan.com
Nouse.co.uk
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