Kill Bill (2003-2004): uscito in due volumi separati, volume I e volume II, ma girato e concepito come un’unica pellicola. Un film incentrato sulla vendetta e sull’amore, sentimenti apparentemente in antitesi ma delimitati da un confine molto sottile.
Bastardi senza gloria (2009): Ambientato nella Germania nazista, una versione alternativa totalmente inventata e infondata sulla caduta di Hitler. Anche qui non manca il tema carissimo al regista della vendetta.
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Django Unchained (2012): vincitore anch’esso dell’Oscar per la Migliore sceneggiatura originale, in cui Tarantino sceglie di affrontare il tema del razzismo e della schiavitù con ironia, vendetta e profondità.
In ultimo The Hatefull Eight (2015), un film accompagnato da numerose polemiche, che però rispecchia pienamente il cinema di Tarantino. Anche qui il regista prende come riferimento il western ma lo snatura totalmente, lo fa a pezzi e lo trasforma. Nessun duello di pistole, i protagonisti qui combattono tutti uno contro l’altro prima con le parole e poi con le armi, facendosi lentamente a pezzi.
Quentin Tarantino è quindi identificato come il rivendicatore della cultura pulp, lanciando nel cinema un genere letterario caratterizzato da violenza, sangue ed efferatezza.