Il “gioco delle spie” sembra non aver fine
Scatena sconcerto ed indignazione il gioco delle spie che la Russia sta portando avanti in Europa a seguito della morte in Inghilterra di due agenti segreti: Sergei Skripal prima, e Nikolai Glushkov poi.
Sulla morte di quest’ultimo qualche settimana fa è stata aperta un’indagine per omicidio, per il quale si è sempre sospettato del coinvolgimento della Russia visti i problemi che aveva avuto con Vladimir Putin.
Da più parti si parla di una responsabilità del presidente Vladmir Putin nella questione, e vari paesi, tra cui Germania e Francia, stanno chiudendo rappresentanze diplomatiche o comunque riducendo il numero di agenti russi nel proprio territorio.
Dal canto suo la Russia stessa ha liquidato molti responsabili di enti britannici tra i quali l’ambasciata a Mosca e una sede del British Coincil a San Pietroburgo, istituto culturale britannico.
Gli Stati Uniti stanno pensando ad una mossa simile ponendo quindi la Russia e il Cremlino davanti alle responsabilità del fatto compiuto.
Tuttavia va anche indicato quanto sia quasi impossibile che Putin, nonostante il potere che ricopre, riesca a gestire una situazione più grande di lui fatta anche di agenti sotto copertura,di Agenzie Segrete Militari.
In queste ultime la leadership può anche essere avversa al Cremlino, su posizioni diametralmente opposte rispetto a quelle del presidente.
Una persona eliminata per impedire che riveli un segreto al presidente? Una spia in grado di smascherare qualcosa di poco chiaro? Non si possono capire i motivi della morte dell’agente.
Bisogna indicare anche che se Putin non riferisce esattamente chi può essere il responsabile di tale crimine, è come se si rende complice di tale atto.
Quindi, sebbene senza volerlo, si merita le ritorsioni che Europa e America stanno montando contro la Russia, sempre più povera e sempre più in mano a pochi.