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La Casa di Carta: l’atto finale

LA CASA DI CARTA: L’ATTO FINALE

La conclusione della rapina del secolo

È uscita da pochi giorni la seconda stagione di La Casa de Papel, serie di Alex Pina che sta riscuotendo un grandissimo successo. Poche puntate e storia non troppo originale, eppure in pochi hanno saputo resistere alla tentazione di un binge watching di tutte le puntate per scoprire come si conclude la rapina più famosa del momento.

        

LA TRAMA

La serie La casa di Carta segue passo dopo passo la creazione e poi la realizzazione del piano per la rapina alla zecca di Madrid. A capo vi è la mente geniale del Professore, che organizza in tutto e per tutto questo piano audace, cercando di pensare ad ogni dettaglio e ad ogni possibile imprevisto. Egli recluta otto professionisti del crimine per portare a termine questa impresa, scelti ognuno in base a speciali caratteristiche. Viene deciso di identificarli tutti con un nome di città: Berlino, Tokyo, Denver, Rio, Nairobi, Mosca, Oslo ed Helsinki.

Regola più importante: nessuna relazione interpersonale. Alla fine nessuno la fine rispetterà.

Gli 8 rapinatori si infiltrano nella zecca e ne prendono il controllo, armati di tuta rossa e maschera di Dalì. Si assicurano la presenza di un certo numero di ostaggi, tra cui gli impiegati della zecca e una scolaresca in gita. Il professore rimane all’esterno ad orchestrare le mosse dei rapinatori e si avvicina pericolosamente alla donna a capo del team di poliziotti impegnati a fermare la rapina.

Qui sotto potete vedere il trailer ufficiale.

 

I PERSONAGGI

Punto forte della serie è il realismo dei protagonisti. Persone come noi, risulta difficile non immedesimarsi. Le loro emozioni dominano la scena di questa seconda stagione. Sentimenti come amore, desiderio, odio, rabbia, sono vissuti e affrontati dai vari personaggi.

Durante questi nove episodi veniamo messi davanti a tutta la loro umanità e la loro vulnerabilità. Questo ci porta a prendere le loro parti, a sperare che siano loro ad avere la meglio. Essi non risultano più i ‘cattivi’ della situazione, bensì persone come tutti noi che cercano di riscattarsi da ciò che in passato la vita ha avuto in serbo per loro.

A questo punto i cattivi diventano i poliziotti, unica pecca della serie tv a parere mio. La squadra di Polizia viene dipinta come una squadra goffa e un po’ stereotipata.

RAZIONALITÀ Vs IMPREVEDIBILITÀ DEI SENTIMENTI

La serie è percorsa dal binomio razionalità – sentimenti. Da un lato il piano perfetto ideato dal professore, che non lascia nulla al caso. Pensa ad ogni singola variabile, qualsiasi imprevisto possibile. Dall’altro gli 8 rapinatori pervasi ognuno da emozioni diverse, ciascuno con personalità differenti. Ad esempio la razionalità del professore è contrapposta alla personalità di Tokyo, con il suo carattere imprevedibile, la sua impulsività che le fa ignorare le possibili conseguenze delle sue azioni. Ma oltre all’istintività di Tokyo, vi è anche l’amore fraterno tra Oslo ed Helsinki, oppure quello tra Mosca e Denver, padre e figlio. Poi, oltre ai rapinatori, vi è anche la paura che anima gli ostaggi. Questo sentimento farà si che essi giochino il ruolo di vere e proprie mine vaganti contro il piano del professore.

[SPOILER da qui in poi]

Nonostante il professore riesca a gestire efficacemente tutte queste variabili, l’unica in grado di far traballare il suo piano è l’amore. In particolare quello provato nei confronti di Rachel, a capo della squadra di polizia. Colei che a causa di questo amore, scoprirà l’identità del professore e che sempre grazie a questo amore, poi, non sarà in grado di arrestare.

Per questo sentimento, arriverà poi a schierarsi con i ‘cattivi’, scelta che però non risulta come un solito cliché ma che si presenta come frutto di una consapevole e ponderata elaborazione dei fatti.

IL FINALE

Un finale emozionante, che cattura dal primo all’ultimo minuto. Assistiamo alla conclusione del colpo in bilico tra violenza e sentimentalismo. Davvero commovente il sacrificio di Berlino sulle note di Bella Ciao, motivo sonoro ricorrente in tutte le due stagioni. Così uno dei personaggi più odiati si riscatta sacrificandosi per la buona riuscita del colpo. Devastante la disperazione del professore, che risulta poi essere suo fratello.

CONCLUSIONE

A mio parere la Casa di Carta non delude, ci troviamo davanti ad una gran serie, che nonostante parta da argomenti già triti, riesce a non essere scontata. Risulta, anzi, avvincente, coinvolgente e anche un po’ romantica. Bravissimi gli attori, sconosciuti a noi italiani, che hanno saputo dare grandi interpretazioni, riuscendo a creare una serie diametralmente opposta alle tipiche soap-opera spagnole.

Serie da annoverare tra le migliori del panorama europeo del momento.

 

 

FONTI IMMAGINI

YouTube

CinemaTographe

MILANOREPORTER

Gogo Magazine

 

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