Da simbolo di Roma a percorso equestre?
È di questi giorni l’idea lanciata dal Fise (Federazione Italiana Sport Equestri) di rendere Villa Borghese polo dell’equitazione: il loro piano prevede di prendere possesso dello spazio di Piazza di Siena, nel cuore del polmone verde di Roma spendendo denaro pubblico in modo tale da trasformarlo in spazio per pochi, un esclusivo centro ippico.
Un progetto, quello del CONI e del FISE, che punta fortemente sulla valorizzazione e la tutela dell’ambiente di Villa Borghese.
I lavori sono stati iniziati 2000, si è passati alla sabbia nel 2007, e recentemente si optato per un ritorno al manto erboso.
Villa Borghese non appartiene ad un solo ente privato, ma al popolo di Roma e in generale italiano. Vi sono già cavalli che vagano per il parco. Sono i pony per i bambini ed i destrieri del reggimento dei Corazzieri che usano la Villa per le esercitazioni. Non è possibile che a questo quadretto idilliaco vada a sovrapporsi la villa Fise riservata a quei pochi che possono permetterselo.
Non è ammissibile che i disabili, se vogliono vivere un’esperienza principesca debbano rivolgersi ad altre strutture, fuori le mura, mentre possono deliziarsi, anzi devono deliziarsi delle bellezze del cardinale, magari insieme a quei destrieri irlandesi che sono patrimonio degli italiani.
La Fise può vantare altre locations non differenti nè inferiori rispetto al parco romano.
Perchè allora togliere Villa Borghese dalla sua storia trasformandola in un centro sportivo?
Bisogna invece promuovere le attività equestri, piene di storia e amore per gli animali, già presenti nel parco piuttosto che spendere soldi per un qualcosa destinato ad una piccola fetta di sportivi. Meglio vedere ragazzi disabili entrare in contatto con la storia e i cavalli insieme ai militari o un bambino che gira sulle tracce dei nobili in sella ad un pezzato.
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