Da domani, 25 maggio 2018, se capitate in bergamasca fate un salto a Chiuduno, dove si terrà il festival “Lo Spirito del Pianeta”.
Si tratta di diciassette giorni dedicati all’interculturalità, alla musica, alla danza e, in generale, alla cultura di popolazioni e gruppi indigeni del mondo intero. Anche l’Italia e la stessa bergamasca, che porta l`iconico Bepi e le sue canzoni in dialetto, sono presenti.
É, questo, un modo piacevole e conviviale di conoscere culture, tradizioni e curiosità di popoli vicini e lontani da noi. Si inizia, la prima sera, con la musica galiziana, per poi passare ai Maori neozelandesi, ai Maka del Paraguay, ai Cherokee nordamericani e agli Inuit groenlandesi, attraverso una moltitudine di colori, odori, suoni e profumi da ogni angolo del pianeta.
Sul palco principale, ogni sera, si esibirà un gruppo, ma molte altre sono le attività e le manifestazioni proposte: un suggestivo labirinto, l`accensione di un grande fuoco sacro, incontri con personalità come Ndileka Mandela, nipote di Nelson Mandela, laboratori di face painting e lavori artigianali, possibilità di suonare strumenti quali tamburi e arpe e tanto, tanto altro.
Ci sarà anche una marcia, che vorrebbe testimoniare un impegno concreto a favore della pace e dell’unità tra popoli.
Si tratta della Marcia delle Donne per la pace. Così la presentano gli organizzatori:
“Con la presenza della presidente Mona Polacca ed alcune delle abuelas del The International Council of Thirteen Indigenous Grandmothers […]. Per ricordare che insieme possiamo cambiare le cose, assieme agli uomini, perché la dualità è un valore imprescindibile, che le persone di ogni latitudine, religione, assieme possono cambiare e decidere come dovrà essere il futuro per i nostri figli”.
Ma cosa può rendere un festival che mira all’unità tra persone e culture davvero completo, se non la possibilità di mangiare in convivialità?
A “Lo Spirito del Pianeta”, anche questo è possibile: tra cous cous, sushi e ristoranti eritrei e messicani, la scelta è vasta e davvero variegata. Anche in questo caso, si tratta di un`immersione tra sapori e profumi da ogni angolo del mondo.
A tutto questo, si aggiunge la possibilità di acquistare oggetti artigianali, cibo, libri e strumenti musicali.
In un padiglione che ricorda quello delle fiere al chiuso, colori, profumi e suoni continuano tra bancarelle simili ai Suq, donne che intrecciano i capelli con fili colorati, bancarelle di libri usati e cortei di gruppi desiderosi di far conoscere la propria cultura.
Si respira aria di festa, di comunità, di curiosità camminando tra i tavoli, nel parco, tra le capanne preparate per l’occasione e i venditori sorridenti, complice l`aria che inizia a sapere di estate.
È un`esperienza stupenda, che mette a diretto contatto con culture vicine e lontane in una moltitudine indicibile di modi. Una full immersion di visi, voci, musica e sapori capace di incantare, di emozionare e far sentire tutti, un po`, cittadini di un mondo meraviglioso.