Quando le pareti “parlano”
Il 2018 dell’interior design è “open space”.
Parma, 2001: scuole medie, ora di educazione tecnica, la materia che senza dubbio ho amato di più in assoluto, al punto da arrivare a finire il testo di disegno a metà anno. A quel punto l’insegnante non sapeva più che disegni farmi fare, cosi mi disse che potevo scegliere io, e puntai su un tema particolare: architettura e design.
A quel tempo mia mamma comprava sempre “Cose di Casa”, una rivista di arredamento; un giorno iniziai a sfogliarla, e notai le piantine dei vari appartamenti.
Amore a prima vista, quelli sarebbero stati i miei “compiti di educazione tecnica” da lì in avanti.
Dei semplici compiti, divenuti una passione (a quel tempo forse anche il futuro lavoro, ma il liceo decise per me un’altra strada, quella della biologia).
I miei progetti preferiti erano senza dubbio quelli degli appartamenti con zone “open space”, ossia spazi abitativi ottenuti all’interno dell’appartamento dall’unione di diversi locali; questo garantisce numerosi vantaggi a livello d’energia.
Infatti l’assenza di barriere fisiche permette alla luce solare di entrare più facilmente.
Una soluzione, quella degli open space, utilizzata non solo nelle abitazioni, ma sempre più anche negli uffici.
In molti penseranno che un ambiente open space non possa avere i propri spazi e che tutto sia in condivisione: bè, vi sbagliate, perchè si può “separare senza dividere”, dando spazio alla propria creatività.
A livello abitativo, una delle forme più comuni di “open space” è quella che unisce zona living e cucina, ma se non vogliamo avere una minima separazione tra i due ambienti, una soluzione ottimale se si ha spazio è una cucina ad isola.
Quando l’arte divide le menti… e gli spazi
Un’altra idea di “separazione” non netta degli spazi ci arriva da forme d’arte alquanto originali.
Stiamo parlando delle pareti divisorie mobili, che in alcuni casi hanno un loro aspetto artistico e non solo funzionale.
Nascosti, ma non troppo, dietro un vetro
Un’altra forma di “open space-non open space”, che divide tra amore ed odio (scoprite il perché da questo racconto), è la parete di vetro.
Una soluzione che coniuga alla perfezione privacy e luminosità, che può dividere ambienti già esistenti oppure crearne di nuovi.