A casa del Profeta Maometto
Ai cristiani non è certo consentito l’accesso al Santuario de La Mecca ma vi è un luogo altrettanto particolare nel mondo islamico in cui anche i turisti sono ammessi: si tratta del palazzo del Topkapi, situato nel cuore di Istanbul, in Turchia.
Il palazzo del Topkapi, antica residenza del sovrano, oggi museo nazionale, si trova nell’area occupata dall’acropoli della Costantinopoli romano bizantina.
È stato costruito nel 1470 in seguito alla presa di Costantinopoli da parte di Maometto il Conquistatore, che vi ha abitato fino alla sua morte, ma qui hanno vissuto ben 26 dei 36 sultani dell’Impero Ottomano.
Questi, durante i loro regni, attuarono diverse modifiche alla struttura del palazzo, rendendolo un insieme eterogeneo di chioschi, harem, cortili, corridoi e belvedere.
Occupa uno spazio di 700.000 metri quadrati; tra le collezioni al suo interno trovano spazio gioielli, armature, porcellane, ritratti ed abbigliamento appartenuti ai sultani.
Tuttavia vi sono anche reliquie tra le più importanti per la fede musulmana.
Nel padiglione del Sacro Mantello, collocato nel terzo cortile del palazzo, si trovano oggetti appartenuti al Profeta Maometto: oggetti che furono donati ai vari califfi tra il XVI e la fine del XIX secolo.
Al sicuro durante la Prima Guerra Mondiale, nel palazzo trovano riparo anche oggetti rinvenuti a Medina.
Vi sono il mantello del Profeta così come la sua barba e un suo dente, insieme a lettere e oggetti dei profeti Abramo, Davide e Giuseppe.
Il Topkapi, nel Padiglione delle Reliquie (Hirka-i-Saadet), utilizza lo stesso schema di comportamento della Basilica di San Pietro.
Infatti non si entra con pantaloncini nè minigonne o in canottiera per rispetto del luogo sacro. Una sorta di versione araba del Palazzo Reale di Torino. Come Istanbul può vantarsi le reliquie di Maometto, la città sabauda, sotto la Cupola del Guarini (1694), custodisce la Sacra Sindone con l’immagine di Cristo, già proprietà sabauda donata al Vaticano nel 1983 da Umberto II..