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Scuola: le differenze tra ieri ed oggi

Scuola: cosa che cambiato tra ieri ed oggi?

Nel corso degli anni, e soprattutto nel nuovo millennio, il modo di fare scuola è cambiato notevolmente: mettendo a confronto le due generazioni, quella di ieri e quella di oggi, si può notare che quella “di ieri” ha un educazione molto più rigida.

Nonostante ciò, l’educazione “di ieri” era molto efficiente. Prima, in punizione, ti bacchettavano le mani e ti mettevano in ginocchio dietro la lavagna. Gli alunni quindi erano tutti puntuali, educati e precisi come dei soldatini. La scuola di oggi è ben diversa e con essa anche l’educazione che ricevono i ragazzi. Oggi non esiste ordine, puntualità, ma soprattutto rispetto. Oggi se non obbedisci ai professori, loro non possono fare nulla e gli alunni si sentono più forti.

Le aggressioni per un brutto voto, per un rimprovero o per un NO, sono sempre più frequenti. Nei casi più gravi diventano fatti di cronaca come è capitato il 12 febbraio 2018 quando un genitore ha aggredito un vicepreside che aveva rimproverato il figlio. E, sempre nel febbraio 2018, quando una professoressa era stata accoltellata da un alunno.

Molto più spesso le aggressioni non escono dalle mura scolastiche, ma non per questo sono meno pericolose. Anzi, i dati del sito Skuola.net sono a dir poco allarmanti. Secondo la fonte prima citata, questi fenomeni sono più presenti al Nord e nelle scuole professionali.

Era veramente così male la scuola del passato?

Quando entrava l’insegnante ci si alzava in piedi, perché si riteneva opportuno che gli alunni apprendessero il rispetto dei ruoli. Si sollevava persino la mano prima di parlare, perché stare al proprio posto senza prevaricare gli altri era considerato un valore. Poi, si ascoltava la spiegazione, se ne discuteva con i professori e i compagni e, talvolta, ci si cimentava in esperienze laboratoriali e in lavori di gruppo.

Ogni giorno gli insegnanti assegnavano alcuni esercizi come compito e gli alunni erano tenuti a farli, altrimenti non avevano il permesso di allenarsi o di uscire con gli amici. Servivano per introiettare quanto appreso in classe. Se non si raggiungevano gli obiettivi stabiliti, si ripeteva l’anno.

Non si richiedeva mai agli alunni qualcosa di superiore alle loro potenzialità; si chiamava: buon senso.

Nonostante la rigorosa formalità, le scuole erano grigie e chiuse ad ogni sorta di dialogo, mentre oggi sono sempre più colorate e aperte a nuovi modi di insegnare, anche con il gioco. Cosa, prima, inconcepibile!

 

Ora mi rivolgo alla generazione ”vecchia scuola”, quanti di voi si ricordano i ceci sotto le ginocchia oppure la bacchettata sulle mani? Brutti ricordi, immagino. Ma ammettetelo, se ve lo ricordate vuol dire che un po’ vi hanno formato. Eccola, la parola chiave: formazione, educazione. Quella che, anche in casa veniva insegnata con non meno rigore.

La domanda è una sola: cosa è cambiato? Perché passiamo da un eccesso all’altro con tanta disinvoltura, che quasi sembri normale, che s’è sempre fatto così?

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