Dal 2000 è il Presidente della Federazione Russa ed è una figura enigmatica, ma molto carismatica. Chi si cela dietro la sfaccettata figura di Putin?
Chi si ricorda chi era il leader russo prima dell’insediamento di Putin?
Nessuno?
Questo perché Putin sembra essere da sempre il leader che governa il grande Stato russo e ciò non dipende solo dalla durata del suo mandato, ma anche da quel volto enigmatico, che sembra sempre nascondere qualcosa al suo interlocutore. Un leader che è amato e odiato in egual modo dal suo popolo e dal resto del mondo.
Vladimir Vladimirovic Putin nasce a Leningrado il 7 ottobre 1952, vivendo l’infanzia in uno grave stato di povertà. Nel 1975 si laurea in diritto internazionale all’Università statale di Leningrado.
Fu membro del Partito Comunista dell’Unione Sovietica e appena finì gli studi venne arruolato nel KGB, la principale agenzia di sicurezza, servizio e polizia segreta dell’Unione Sovietica.
La sua carriera politica inizia nel 1990 quando viene nominato consigliere del sindaco di San Pietroburgo per gli Affari Internazionali; il suo operato fu un po’ burrascoso e il suo operato venne messo esame da una commissione del consiglio legislativo della città.
Occupò diverse cariche, finché nel 1998 non venne messo a capo del FSB (una delle agenzie che succedettero il KGB).
Il 9 agosto 1999 fu nominato primo deputato e ciò gli permise di essere insignito dell’incarico di Primo ministro della Federazione Russa, quando cadde il precedente governo, il 31 dicembre 1999.
La Russia era in un periodo di caos: in meno di diciotto mesi, si erano succeduti cinque capi di governo, ma Putin riuscì a spuntarla e il suo pugno di ferro durante la guerra in Cecenia, gli permise di aumentare la sua popolarità tra le masse, nonostante fosse praticamente uno sconosciuto per l’opinione pubblica.
“Noi perseguiteremo dappertutto i terroristi, e quando li troveremo, mi perdoni l’espressione, li butteremo nella tazza del cesso”.
La sua ascesa alla più alta carica politica russa fu molto rapida: il 31 dicembre 1999 divenne Presidente ad interim della Federazione Russa, a seguito delle dimissioni del suo precedente.
Nel 2000 vinse le elezioni presidenziali ed iniziò il suo primo mandato; vinse anche dopo quattro anni e prolungò la sua carica fino al 2008 (nelle seconde elezioni, ebbe il 71% dei voti a favore).
Fu accusato di voler ripristinare i valori espressi nel precedente regime comunista e di allontanarsi dalla democrazia. Sul piano internazionale, si deteriorano i rapporti con gli Stati Uniti, dopo il precedente avvicinamento dopo gli attentati dell’11 settembre 2001.
Durante il suo secondo mandato, fu anche accusato degli omicidi dell’ex colonnello del KGB, Aleksandr Litvinenko, per avvelenamento da radiazioni di Polonio 210 e della giornalista Anna Politkovskaja, che aveva accusato il Presidente russo del suo avvelenamento, prima della morte.
Nonostante ciò non furono trovate mai prove che collegassero realmente i due omicidi al Presidente russo, ma diversi giornalisti, durante la sua carriera politica, furono uccisi o costretti a non occuparsi di politica. Anche di questo, non si hanno prove concrete ed è stata trasferita la colpa ad organizzazioni criminali legate a frange estremiste dei separatisti ceceni.
Nel 2008 si è insediato al Cremlino il suo fedelissimo Dmitrij Medvedev e Putin è tornato alla carica di Primo Ministro, ma nel periodo precedente al suo passaggio, Putin ha fatto approvare una serie di provvedimenti che hanno rafforzato proprio i poteri del Primo Ministro: quindi, nonostante il cambio di ufficio, Putin avrebbe mantenuto i suoi poteri, a scapito del Presidente e degli altri ministri.
Nel 2012 torna ad essere Presidente della Federazione Russa per il suo terzo mandato e viene promulgata una legge che allunga il mandato a sei anni e non più quattro. Questa volta il popolo non è stato del tutto favorevole alla sua ricandidatura e il 10 dicembre 2012 le manifestazioni sono culminate nella più grande protesta a Mosca dai tempi della dissoluzione dell’Unione Sovietica. Putin, allora, arrivò ad accusare l’allora Segretario di Stato Hillary Clinton di fomentare le folle a protestare contro il suo governo, dopo che essa aveva espresso dei dubbi sulla correttezza del processo elettorale.
Quest’anno Putin ha vinto di nuovo le elezioni presidenziali ed ha iniziato il suo quarto mandato.
Di certo, la biografia di un politico del genere dovrebbe farci rabbrividire, soprattutto perché sembra essere uscito dalla serie tv “House of Cards” (nella quale, peraltro, viene rappresentato un Presidente russo che assomiglia molto a Putin, sia nell’aspetto che nella politica).
Ma allora perché una figura del genere dovrebbe essere idolatrata e ammirata da molti?
Putin è una figura contorta ed ambigua: è stato accusato più volte di autoritarismo, è stato accusato di violare i diritti umani (soprattutto in Cecenia) e di limitare, e certe volte anche di eliminare, la libertà di espressione. Viene anche continuamente accusato di omofobia, per aver promulgato leggi che vietano la “propaganda” di “relazioni sessuali non tradizionali”, nonché, ovviamente, di alcuni omicidi nei confronti di giornalisti ed oppositori politici.
Ma se parliamo di Putin, non parliamo solo di una figura relegata alla politica: Putin viene visto anche come “idolo”, simbolo di una Russia di vecchie tradizioni. In lui s’incarnano i valori principali dell’Unione Sovietica: patriottismo, militarismo e superiorità dello Stato nazione.
Nonostante molte delle sue politiche siano discutibili, come quella sulla riduzione del potere dei mass media, Putin ha permesso alla Russia di tornare ad essere una delle più grandi forze mondiali, è riuscito a far risollevare il Paese da una situazione critica come quella dopo il crollo dell’Unione Sovietica e ha ridato prestigio all’immagine della sua madrepatria.
Inoltre, Putin permette agli altri di pensare a lui come un uomo forte e risoluto non solo politicamente, ma anche fisicamente. È un uomo dedito alle arti marziali, che pratica da quando aveva quattordici anni, e l’immagine di lui che cavalca in Siberia è un’immagine di un leader forte, anche se desueta.
Molti ritengono che in Russia si sia sviluppato un culto della personalità con Putin.
Il fenomeno è nato nel 2001, un anno dopo il suo insediamento, quando la BBC notò un crescente culto di Putin per una gran quantità di ritratti del Presidente nelle strade russe, ma anche canzoni che incitavano a volere un uomo come Putin. Un culto del genere sembrava essere morto nel 1953, alla morte di Stalin, che invece stava tornando e ricordava degli anni bui.
Coi suoi modi oscuri ed impenetrabili, sia politici che personali, Putin ha conquistato il popolo russo: ha risollevato le sorti di un Paese che era in declino, che ormai governa da praticamente diciotto anni.
Il Presidente russo, sotto la sua espressione inviolabile, nasconde qualcosa, forse qualcosa di oscuro, ma ha anche sfidato tigri e balene bianche e pilotato aerei da caccia.
Dalla sua figura si evince una sua duplice natura: politico senza coscienza e supereroe popolare.
Devo dire che come presidente sa il fatto suo. Sa come parlare al suo popolo e non per niente è al suo quarto mandato. Alcune leggi proposte e alcune frasi di ferro mi sono piaciute molto, è un uomo di polso e sa come farsi amare (o odiare). Ovviamente, guardandolo esternamente non posso tacere su alcune leggi proprie della Russia, come le sue leggi anti LGBT che, nel 2018, non si possono proprio sopportare. Ma questo è un altro discorso.
ciao, io chiaramente non ho molte informazioni su questo personaggio politico ma ho visto che ha le palle per mandare avanti un paese così complesso e particolare come la Russia e per questo mi sta simpatico. Ok purtroppo si sa ci vuole il pugno di ferro se ci sono problemi interni con il popolo troppo vario e povero. Ricordiamoci che la Russia non è un paese semplice, tra inverni complicati e una natura molto ostile. Eppure va avanti.
Non conosco né l’uomo né il personaggio politico. Lui ha sempre dichiarato di fare il bene per la sua terra, sarebbe interessante studiarlo e approfondire.
Non rappresenta il mio modello di democrazia.
Parlare e scrivere di Putin non è facile. E’ un personaggio controverso e certamente non è un modello da prendere ad esempio in un paese democratico. Certamente è lo specchio di un pensiero in cui non mi rappresento e che non riesco ad ammirare.