“Dichiaro davanti a voi che tutta la mia vita, breve o lunga che sia, sarà dedicata al vostro servizio e a quello per la Grande Famiglia imperiale cui apparteniamo. Ma non avrei la forza di adempiere a questo impegno, se voi non siete con me, come ora vi invito a fare: so che il vostro aiuto mi sarà infallibilmente accordato. Dio mi aiuti a tenere fede alle mie promesse, e Dio benedica tutti voi che siete disposti a condividerle con me”.
Queste parole furono pronunciate da una ragazza di soli 21 anni, nel 1947: il suo nome è Elizabeth Alexandra May Windsor, figlia maggiore di re Giorgio VI e della regina Elisabetta.
Nata il 21 aprile 1926, regina dal 2 giugno 1953, con il nome di Elisabetta II.
Capo della Chiesa Anglicana, dello Stato e delle Forze Armate, incarna lo spirito stesso della nazione.
Nonostante gli anni turbolenti degli scandali familiari, ha sempre reagito con assoluta classe e compostezza, dedicando la sua vita ad un lavoro che non ha mai scelto ma che vede come un impegno preso con Dio e con il suo popolo.
Un impegno che l’ha vista protagonista di decisioni difficili, come nella politica britannica contro l’Aparteid in Sud Africa quando chiese sanzioni contro i responsabili.
Una decisione non condivisa dall’allora premier Margharet Tatcher, ma che fu fondamentale per la liberazione di Nelson Mandela e la nascita di un paese civile.
Durante il regno di Elisabetta II si sono succeduti sei pontefici.
Non è solo una sovrana da record, in quanto è a capo del regno più lungo della storia inglese, ma è l’immagine di una nazione che trova in lei non solo un ambasciatrice ma la forza con cui lottare contro i problemi. La roccia davanti ai contrari alla Brexit.
Magari dal marito Diana non ha mai avuto nulla ma si può pensare che la graziosa suocera abbia contribuito al suo carattere umanitario e che possa dare lezioni anche ai suoi nipoti. Dio Salvi la Regina.