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Recensione The Ritual (No spoiler)

UN HORROR MADE IN NETFLIX, BENE MA NON BENISSIMO!

Oggi parleremo proprio di un prodotto Netflix, diretto da David Bruckner: The Ritual.

É risaputo che l’estate sia un periodo di magra per il cinema, ma ciò non significa che non escano film interessanti in sala o che non ci siano titoli non ancora visti su piattaforme di streaming on demand come Netflix.

Copertina The Ritual


The Ritual è un horror non troppo pesante, quindi adatto anche ai più deboli di cuore (e di stomaco), da guardare in una serata estiva di nullafacenza.

Non sapevo bene cosa aspettarmi dal film, poco pubblicizzato all’uscita, ma mi ha attirato la copertina del film caratterizzata da una foresta tetra e oscura (dai tratti gotici!).

La pellicola parte con una caratterizzazione superficiale, ma efficace, dei quattro personaggi (Luke, Phil, Hutch, Dom) principali e delle dinamiche che intercorrono fra loro.

Il vero protagonista è Luke, interpretato da Rafe Spall (Vita Da Pi, Prometheus, Sons Of Anarchy), ben riconoscibile perché vittima di una terribile vicenda e di un lutto che coinvolge tutto il gruppo di amici.

Il film però non si dilunga nel presentarci i personaggi, ma si concentra sul viaggio che questi fanno in Svezia seguendo il “Sentiero Del Re” (sentiero naturalistico Svedese).

A causa della stanchezza, del freddo, delle dinamiche fra i protagonisti e di un incidente al ginocchio di Dom, i quattro ragazzi decidono di non seguire il percorso indicato dalla guida per arrivare alla base, ma di ottimizzare i tempi camminando per la vasta foresta che gli si pone davanti.

La foresta diventa la vera protagonista del film (almeno per la prima metà) e nella foresta si nasconde una creatura maligna e misteriosa (forse un richiamo a The Blair Witch Project), dalla quale i quattro protagonisti cercano di fuggire.
La foresta, con i suoi alberi alti dai rami lunghi, è un perfetto ambiente per un horror e un elemento gotico non indifferente.

fonte: glisbandati.com

Nel loro cammino nella foresta si imbatteranno poi in cadaveri (sia di animali, sia di uomini), in strani simboli incisi negli alberi e in una capanna abbandonata che custodirà un terribile mistero.

La fotografia del film è ottima e riesce bene a rendere cupa la foresta, con giochi di luce e scale di colori (spesso di grigio).

La regia di Bruckner è dinamica al punto giusto e riesce sempre a mantenerti vivo dentro l’azione, non utilizza quasi mai l’inquadratura fissa ma spesso la camera a spalla.

Tutto sommato la regia non è qualcosa di magnifico, ma neanche qualcosa di terribile: fa il suo dovere.

I quattro attori sono stati tutti bravi e credibili, anche se nell’ultima parte del film ho trovato esagerate alcune espressioni troppo caricaturali (forse date da direttive di sceneggiatura e regia).

La storia tutto sommato è interessante e l’introduzione ai fatti è ben sviluppata con escamotage narrativi interessanti per rendere chiaro allo spettatore chi siano i personaggi e le loro relazioni.

fonte: filmireland.com

Verso il finale il film, a mio parere, perde di significato e non ha più quell’aura gotica e di orrore iniziale.

La conclusione dei fatti è fin troppo veloce e raffazzonata, non dando allo spettatore sufficiente tempo per metabolizzare ciò che è accaduto fino a quel momento e spiegazioni per poter far sì che tutto torni.

É presente una falla logica (data probabilmente da una mancata spiegazione) sul perché determinati personaggi vivano nella foresta, soprattutto ricollegando ciò al finale del film.

The Ritual è un horror abbastanza godibile, interessante in molti punti ma che fallisce nel finale (peccato!).

Non voglio dirvi troppo della pellicola, vi consiglio di dargli una chance.
Magari vi potrà stregare!

VOTO: 6.5/10

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