La Seconda Guerra Mondiale non causò solo la morte di milioni di civili innocenti, soprattutto ebrei, ma un danno anche al patrimonio artistico nei paesi attraversati dagli eserciti impiegati nel conflitto.
Una parte significativa spetta all’Esercito Russo: infatti, l’ Armata Rossa di Stalin inflisse sì un duro colpo allo schieramento nazista ma arrivò anche a sottrarre interessanti opere d’arte presenti in Germania a causa della megalomania di Hitler o semplicemente poichè già ivi presente.
Infatti si calcola che i musei di Mosca e San Pietroburgo contengano quadri di collezioni tedesche tra cui circa 120 quadri italiani un tempo del critico d’arte Herman Voss.
Se ciò può sembrare abbastanza aberrante, rendere un elemento pacifico oggetto di ritorsione, basti pensare che la Russia, se pur non intenzionalmente, ha voluto privare il mondo di una delle sue bellezze: la Camera d’ Ambra.
Infatti i tedeschi, durante la battaglia di Leningrado (oggi San Pietroburgo) vennero in possesso della celebre camera creata da Federico Guglielmo I per Pietro il Grande nel 1716. Per salvarla dalla guerra si pensò di nasconderla nel territorio del Reich nei sotterranei del castello di Königsberg.
La guerra cambiò immediatamente le parti e l’esercito nazista dovette correre ai ripari con l’Armata Rossa alle costole.
Le due parti arrivarono allo scontro proprio in quella località. L’artiglieria russa colpì il maniero, radendolo al suolo, proprio dove Hitler volle nascondere il bottino di guerra, la Camera dello Zar. Questo indica quanta poca attenzione la Russia ha voluto dedicare alle ricchezze artistiche non solo di un paese come la Germania ma anche i suoi stessi tesori.
La guerra ha reso ciò possibile. Una strage di milioni di civili innocenti, soprattutto ebrei, ma un danno anche al patrimonio artistico nei paesi attraversati dagli eserciti impiegati nel conflitto.
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