Si è spenta una delle voci più belle del Novecento: Aretha Franklin è morta ieri all’età di 76 anni a Detroit. Questo Vintage Friday lo dedichiamo a lei ed alla sua voce.
È morta ieri una delle voci più belle e graffianti del panorama musicale degli ultimi anni: Aretha Franklin, soprannominata la “Regina del Soul” o “Lady Soul”, proprio per la sua capacità di aggiungere note soul a qualsiasi cosa cantasse.
La cantante è morta di cancro al pancreas che le era stato diagnosticato nel 2010; negli ultimi giorni le sue condizioni di salute erano peggiorate molto.
È stata un’icona della cultura afroamericana e mondiale, una grande personalità, una voce potente e tanto da dire: questa era Aretha.
La cantante è nata a Memphis il 25 marzo 1942, figlia di un predicatore battista e di una cantante soul.
Nonostante una famiglia divisa da un brutto divorzio, Aretha acquisì subito la passione per la musica e, mentre le sorelle cantavano nel coro, lei suonava il piano durante le funzioni religiose del padre.
Non ebbe vita facile, soprattutto per due gravidanze precoci (una a quattordici anni e l’altra a sedici), ma, fin da subito, mostrò una grande passione per il gospel e la voglia di entrare nel mondo della musica da professionista.
Erano gli anni della Motown, etichetta discografica di Detroit, famosa per aver rappresentato molti artisti afroamericani famosi, come Diana Ross, i Jackson 5 ed il più recente Bruno Mars.
I primi anni nella musica non diedero subito il successo meritato: firmò con la Columbia e pubblicò cinque dischi di scarso successo.
Ma quando passò all’Atlantic Records nel 1967 arrivò la vera fama e fu subito intitolata come “Regina del Soul”, diventando anche motivo d’orgoglio per la comunità afroamericana. Soprattutto dopo la registrazione del brano di successo “Respect”, che divenne inno dei movimenti femministi e per i diritti civili.
A cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta dominava le classifiche, pubblicando album che spaziavano dalla musica gospel al blues e dalla musica pop al rock n’roll. Tanti furono i suoi successi, come “(You Make Me Feel Like) A Natural Woman” o “Think”. Ottenne per otto anni consecutivi il premio di “Best Female R&B Vocal Performance” ai Grammy Awards.
Negli anni Settanta ebbe un calo commerciale, dopo l’uso di sonorità più dolci che non esprimevano la sua potenza musicale, ma anche per il successo della disco music che monopolizzava il mercato, lasciando meno spazio alla Franklin.
Negli anni Ottanta ci fu la sua rinascita con la partecipazione al film “The Blues Brothers”, commedia musicale del 1980 diretto da John Landis ed interpretato da John Belushi e Dan Aykroyd, che divenne un vero e proprio cult. Nella pellicola interpretava la moglie di Matt Murphy e cantava il suo successo “Think” e scalò di nuovo le classifiche.
Nel 1998 fu protagonista di uno dei momenti più belli e cult dei Grammy: il tenore Luciano Pavarotti fu colpito da un malessere e lei improvvisò in venti minuti una sua interpretazione del brano “Nessun dorma” in tonalità originale e cantando la prima strofa in italiano.
L’icona Freddie Mercury era un suo grande fan.
Nel 2009 cantò a Washington alla cerimonia d’insediamento di Barack Obama in diretta televisiva mondiale davanti a più di due milioni di persone.
Nel 2015 si esibì in “(You Make Me Feel Like) A Natural Woman” durante la cerimonia per il conferimento dei Kennedy Center Honors a Carol King, autrice del brano, ottenendo la commozione dell’intero pubblico, anche del Presidente Obama.
https://www.youtube.com/watch?v=XHsnZT7Z2yQ
Influenzò la musica come nessun altro prima, molte sono state le cantanti che si sono ispirate liberamente al suo stile musicale, come Anastacia, Alicia Keys e Beyoncè.
La sua voce era brillante e possedeva una tale estensione da permetterle di cantare note molto alte, ma anche molto basse, con agilità ed apparente semplicità. La sua voce sapeva mischiare potenza ed emozione, con la capacità di dare intenzione ad ogni parola cantata.
Ma non fu sola una voce potente: Aretha fu un simbolo e nel periodo della rivoluzione giovanile degli anni Sessanta portò dieci singoli nella top ten, vinse otto anni consecutivi il Grammy e lo fece nel nome del “black power”, cantando di libertà.
Non si è fatta abbattere dai problemi famigliari e quelli di salute, da un marito violento, dai problemi con l’alcol, dal cambio repentino della musica e neanche dalla sua malattia.
La sua ultima interpretazione risale a novembre a New York al gala della fondazione di Elton John per la lotta contro l’AIDS.
Non se n’è andata una voce qualsiasi, se n’è andata via una donna simbolo delle lotte che con la sua voce ha ispirato decine di artisti ed è entrata nel cuore del suo pubblico immenso. Una voce potente ed emozionante che ricorda a noi tutti che, nonostante le difficoltà, se si ha un sogno, lo si può raggiungere.
Ciao Aretha, sarai sempre la nostra Natural Woman.